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Uffici postali ancora chiusi,
il Pd ascolano:
«Svolgono un servizio essenziale»

ARENGO - I consiglieri comunali Procaccini, Ameli e Frenquellucci presentano una mozione al sindaco di Ascoli Marco Fioravanti: «Così, solo enormi disagi ai cittadini più deboli e ai professionisti»
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Domenico Procaccini, Francesco Ameli, Pietro Frenquellucci

 

Il problema di alcuni uffici postali ancora chiusi, giorno dopo giorno, crea disagi alla popolazione di tutta la provincia.

Dopo il sindaco di Castorano Graziano Fanesi e la Uil pensionati di Ascoli, anche il gruppo consiliare dell’Arengo del partito democratico scende in campo.

Anche in questo caso, come per i pensionati, al centro c’è lo sportello di Poste Italiane di via Dino Angelini, ad Ascoli.

Firmatari del documento presentato in consiglio comunale sono Francesco Ameli, Pietro Frenquellucci e Domenico Procaccini. 

«Riteniamo che l’attività svolta negli uffici postali vada considerata come un servizio indispensabile ed essenziale per la comunità cittadina, oltre che un aiuto di estrema importanza nei confronti dei soggetti più deboli della società, quali anziani e disabili, per lo svolgimento di attività necessarie alla vita quotidiana.
Senza pensare alle categorie dei professionisti e tutti coloro che in questi giorni si recano negli uffici per l’attivazione dello Spid per poter attingere ai contributi a fondo perduto attivati con la manovra della Regione Marche.
Al superamento della fase critica della pandemia da Covid-19 il governo nazionale ha stabilito la riapertura degli uffici postali.
Quelli che non hanno ancora l’orario ed il servizio completo creano enormi disagi a tutti i cittadini che, nel rispetto delle normative di sicurezza hanno ripreso la loro vita quotidiana fatta di lavoro ed impegni.
File interminabili che si concludono molto spesso con un nulla di fatto a causa delle chiusure degli sportelli.
Pertanto chiediamo al sindaco (Marco Fioravanti, ndr) che oltre ai proclami si impegni per risolvere concretamente i disagi, lo sconcerto della mancanza di un servizio pubblico negato, che ricade pesantemente su tutti i cittadini, ma anche sui professionisti nella procedura delle pratiche, che hanno scadenze in tutte le operazioni».


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