I direttori Claudio Angelini (Sisp) e Antonio Fortunato (laboratorio di patologia clinica)
Non bastava il Coronavirus, come malattia infettiva che fa paura, da tenere a bada e ad impegnare pertanto, in pieno agosto, il servizio Igiene e Sanità pubblica e il laboratorio di patologia clinica dell’Area Vasta 5, diretti rispettivamente da Claudio Angelini e Antonio Fortunato (che sta anche analizzando i tamponi del focolaio Covid di Montecopiolo nel Pesarese).
La causa del decesso del ragazzo di 28 anni morto l’1 agosto a Comunanza è una presunta tubercolosi.
E’ quanto è emerso dall’autopsia fatta al giovane indiano trovato senza vita nella sua abitazione dal fratello che vive con lui (leggi qui).
Ma il sospetto, che andrà confermato nei prossimo giorni dall’esame istologico, è stata sufficiente per far scattare l’allarme e l’inchiesta epidemiologica sui contatti.
Carabinieri e ambulanza a Comunanza
La morte improvvisa del giovane aveva comportato l’applicazione delle norme anti Covid – di prassi e per il fatto che il giorno prima la vittima non era stata bene – e costretto all’isolamento i circa 15 connazionali che erano andati a portare conforto alla famiglia.
In via precauzionale sono stati tutti sottoposti a tampone e risultati tutti negativi al Covid, come pure il 28enne.(leggi qui)
«Anche nel caso di sospetta tubercolosi – ha spiegato il dottor Claudio Angelini, direttore del servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 5 – si stanno tracciando i contatti stretti, partendo dai familiari, attraverso una ricostruzione a cerchi concentrici, che andrà ad allargarsi man mano che si troveranno, eventualmente, positivi».
«La ricerca di un potenziale contagio, che si attiva anche con il sospetto – dice ancora il direttore del Sisp, che però afferma che il sospetto è più che fondato – parte dal test per rilevare la presenza di tubercolina.
In caso di positività, il paziente viene sottoposto a radiografia e valutato da uno pneumologo.
Sarà il professionista, se si trovasse di fronte ad un caso di malattia latente ma che potrebbe manifestarsi, a decidere se procedere con la terapia antibiotica che durerebbe da 3 a 6 mesi.
Si tratta di una chemioprofilassi che richiede un costante monitoraggio del soggetto, in particolare controllando la funzionalità epatica».
Il fratello e la cognata del ragazzo morto, ma anche alcune persone presenti quella sera a casa loro, sono stati già sottoposti al test per la ricerca della tubercolina.
Gli esami di primo livello, di intradermoreazione, effettuati dal laboratorio del dottor Fortunato, fino a ora non hanno dato nessun riscontro di positività.
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