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Rientro a scuola sereno,
parla la psicologa Paola Nicolini:
«Gli adulti non mostrino insicurezze»

LA DOCENTE di psicologia dell'età evolutiva dell'Università di Macerata invita insegnanti e genitori a non creare un'atmosfera caratterizzata dall'ansia, ma dalla fiducia nel rispettare le nuove regole. «I bambini sentono la nostra ambivalenza di sentimenti». Tra i suggerimenti, l'attività all'aperto e nuovi giochi "inventati" per divertirsi mantenendo le distanze
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di Stefania Mistichelli

Ancora una manciata di ore e i ragazzi e le ragazze marchigiani torneranno sui banchi.

Un avvio di anno scolastico strano e più difficile del solito, che sta mandando in ansia molti genitori e insegnanti.

Abbiamo parlato, a questo proposito, con Paola Nicolini, psicologa dell’età evolutiva dell’Università di Macerata, chiedendole in primo luogo come aiutare soprattutto i più piccoli a gestire questo passaggio in serenità.

«Molto dipenderà dalla tranquillità dei genitori nell’accompagnare i ragazzi e le ragazze in questa avventura nuova rispetto agli standard, anche sapendo che quelle riportate nei protocolli saranno indicazioni di massima che non dovranno diventare fobie, né essere applicate con un sistema terroristico.

Si tratterà, per gli insegnanti, di avere qualche attenzione in più in aula e per i genitori di collaborare nell’indicare ai bambini i comportamenti fondamentali, che sono quelli soprattutto di lavarsi spesso le mani e disinfettarsi.

Infatti, nel momento in cui i bambini si scambieranno una penna, il problema si potrà risolvere se saranno abituati ad avere le mani pulite, perché è chiaro che accadrà che si scambieranno cose, che qualcuno farà cadere una penna e il compagno gliela raccoglierà – per fortuna – ma l’abitudine al lavaggio delle mani e l’attenzione all’igiene può diventare un fattore di protezione».

Paola Nicolini

«In sintesi, bisognerà essere molto equilibrati, evitando di applicare le regole in modo rigido creando un’atmosfera ansiosa.

Fondamentale sarà darsi delle regole in maniera serena e applicarle in modo gioioso e divertito, per esempio inventando nuovi giochi con i bambini, dicendo loro: “Quali giochi possono venirci in mente rimanendo un po’ lontani?”.

I bambini dovranno essere accompagnati, dicendo loro che forse ci saranno delle novità che per i bambini non saranno un problema, perché loro hanno degli schemi mentali molto più aperti dei nostri».

Importante per Paola Nicolini sarà poi il tempo trascorso all’aperto.

«Sarà fondamentale inserire nella didattica un bel dosaggio di attività all’aperto e in questo genitori e insegnanti dovranno trovare un nuova forma di collaborazione, perché stare all’aperto in generale fa bene alla salute e questo anno farà ancora meglio alla salute. Permetterà, infatti, di stare più distanziati, visto che i bambini avranno più centri d’interessi: se stiamo fuori, il centro d’interesse non è più il banco, ma diventa la formica, il cadere delle foglie, le stagioni che passano, il monumento, i nomi delle vie, i passanti e il modo in cui si comportano.

Siamo convinti che la scuola debba essere spinta fuori dalla scuola, perché il mondo è la scuola: bisogna prendere la palla al balzo proprio perché il mondo torni ad essere il contesto di apprendimento, così com’è nella realtà».

Infine, un grande dubbio che attanaglia i genitori riguarda la gestione delle pause che potranno esserci nel corso dell’anno, soprattutto con i più piccoli.

«Il consiglio che dò in assoluto, quando si vuole educare un bambino e far sì che si comporti secondo quello che gli adulti ritengono sia più adeguato, è che l’adulto nei confronti del bambino non mostri dubbi o insicurezze, perché anche se non le dichiariamo, le trasmettiamo loro.

I bambini sentono la nostra ambivalenza di sentimenti anche dal tono muscolare, per esempio.

Infatti, un conto è la spinta che applichi con un certo vigore nel dire “vai, è bello, sarà più bello di quello che puoi immaginare”, un conto è pensare che piangerà e non vorrà staccarci da noi.

Se noi abbiamo dubbi loro lo sentono: dal tono della voce che si incrina, dall’atteggiamento del nostro corpo o da quello che bisbigliamo alla nonna o al padre quando pensiamo che i bambini non ci sentano.

Come genitori dobbiamo essere non privi di dubbi, ma prendere una decisione tra adulti e quando arriviamo ai bambini dobbiamo farlo con una sicurezza tale che dalla nostra mano loro possano attingere fiducia.

Penso che noi, come adulti, dobbiamo fare un grande passo in avanti nell’essere convinti che la scuola è un valore imprescindibile.

Credo che la fase di chiusura della scuola ce lo ha mostrato, perché i bambini stessi hanno espresso in questo periodo tante regressioni.

Quindi, il valore della scuola, come supporto alla formazione dell’individuo, è fondamentale e con questa convinzione noi riusciamo anche ad accompagnare i bambini lungo le sospensioni dell’attività didattica che potranno esserci.

Certo, se dovessero esserci chiusure di quindici o venti giorni, quando si rientra sarà da far riabituare il bambino nella routine giornaliera».

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