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Covalm: «Contrari al biodigestore
e all’impianto di compostaggio
nella Valdaso»

ROTELLA - La cooperativa di coltivatori ortofrutticoli delle valli delle Marche: «Nulla contro le moderne tecnologie per il trattamento dei rifiuti, ma si ritiene che un impianto di grandi dimensioni, come quello prospettato possa avere un impatto estremamente negativo e deleterio sulle attività agricole della nostra realtà, fonte di reddito per tanti lavoratori della zona»
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La ricognizione dell’alto dell’area individuata per realizzare, da progetto, il biodigestore e l’impianto di compostaggio

«A seguito delle notizie apparse sulla stampa e su altri media locali, alle prese di posizione di organi politici e istituzionali delle province di Ascoli e Fermo, si è preso coscienza e conoscenza della realizzazione, in località San Salvatore del Comune di Force, di una centrale per il trattamento e la gestione, attraverso un biodigestore e un impianto di compostaggio, della frazione Forsu di rifiuti urbani e forestali».

E’ l’inizio di un’esternazione ufficiale firmata dalla Covalm, cooperativa di coltivatori ortofrutticoli delle valli delle Marche, sita a Rotella, che nel merito della vicenda sulla prossima realizzazione in zona dei progetti in questione, prosegue illustrando che “la realizzazione dell’impianto avviene a poca distanza e, soprattutto, a monte del sito produttivo di Rotella della cooperativa Covalm Sca, che lavora e trasforma ortaggi dei soci produttori da avviare alla surgelazione”.

«Molti sono gli agricoltori della Valdaso che sono soci della cooperativa che, si rileva, associa oltre 650 aziende agricole nelle Marche e non solo – illustrano ancora dal vertice della stessa – si ricorda inoltre che la realizzazione e l’insediamento del complesso industriale acquisito da Covalm nel 2013, a seguito dei fallimenti delle società che si erano susseguite nella proprietà (Pes-Claudio Sud, Marollo, Visagro), risale alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, ed ha rappresentato e rappresenta tuttora uno dei pochi e rari casi insediamenti agro-industriali dell’intera vallata offrendo, a volte, l’unica occasione di lavoro per le popolazioni della zona».

«Covalm ha riattivato una azienda chiusa, investendo notevoli risorse (da ultimo anche attraverso un Psr in corso per oltre 8 milioni di euro, ndr), e ha riassorbito tutta la forza lavoro in essere e ha garantito l’assunzione di nuove maestranze, soprattutto giovani. Ad oggi nello stabilimento di Rotella trovano occupazione oltre 150 addetti tra fissi e stagionali, trasformando oltre 250.000 quintali di ortaggi, a lotta integrata e biologica, per le più importanti catene di distribuzione nazionali ed estere – prosegue il testo della missiva -. Certamente un impianto di trattamento rifiuti a distanza di poche centinaia di metri, non si ritiene compatibile con una attività di produzioni e trasformazioni alimentari».

«Senza avere nulla di preconcetto nella realizzazione di impianti moderni e tecnologici per il trattamento dei rifiuti, e in particolare verso tecnologie circolari rispettose dell’ambiente, si ritiene che un impianto di grandi dimensioni, come quello prospettato, possa avere un potenziale impatto estremamente negativo sulle attività della Covalm, che per questo è seriamente preoccupata. I motivi ricadono nell’ipotetico impatto sulla qualità dell’aria, con la emissione di odori non proprio confacenti agli alimenti trattati, e soprattutto per gli eventuali inquinanti che, anche solo accidentalmente, potrebbero finire sia nelle acque superficiali, e di qui direttamente al limitrofo alveo dell’Aso, sia inquinando le falde sotterranee. Covalm attinge attraverso pozzi direttamente da queste falde, che sono l’unica fonte di acqua alimentare disponibile per il trattamento e i lavaggi delle verdure».

«E’ intuitivo comprendere che senza acqua potabile lo stabilimento chiuderebbe immediatamente. Anche minimi eventi di pioggia oltre il normale, oggi sempre più frequenti, potrebbero causare il non sufficiente smaltimento delle acque meteoriche dovuto al dilavamento delle porzioni scoperte e occupate da compost o sporcate nel transito dei rifiuti. Le vasche di prima pioggia, dimensionate per eventi ordinari, non sempre, in generale, riescono a contenere gli eventi metereologici più estremi, sempre più ordinari. Abbiamo purtroppo cognizione di tali eventi avvenuti in diversi impianti di digestione anaerobica. Covalm è pertanto estremamente preoccupata della realizzazione nelle immediate vicinanze e a monte della propria attività dell’impianto di trattamento rifiuti e si unisce alle preoccupazioni della popolazione – le conclusioni – ne va della sopravvivenza della propria attività e dell’impegno profuso in tanti anni nel salvaguardare un’impresa che, dopo anni di crisi e difficoltà, ha voluto far risorgere e rifiorire. Per questo Covalm sosterrà con convinzione il rifiuto alla realizzazione dell’impianto e lotterà al fianco delle popolazioni e delle istituzioni che si oppongono all’impianto».

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