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Scuole e terremoto, il Comune rende noti
gli indici di vulnerabilità sismica

ASCOLI - Le sedi dei plessi catalogate dalla A alla G, a seconda di come potrebbero reagire di fronte ad un terremoto. Ecco cosa significa e perché l'indagine è importante, spiegato dalla Protezione Civile. Ameli (Pd): «Siamo a disposizione dell'Amministrazione per progetti condivisi. Subito un incontro»
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Clicca qui il dettaglio dei singoli edifici come emerso dall’indagine di vulnerabilità sismica

 

L’Amministrazione comunale di Ascoli ha pubblicato i dati relativi all’indagine di vulnerabilità sismica di 13 scuole della città sottoposte a verifiche.

Tra gli edifici anche le sedi delle 8 scuole sulle quali sono previste opere di adeguamento o addirittura ricostruzione (leggi qui).

Il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti ha deciso di  condividere i dati con la cittadinanza, invitata a leggerli nell’ottica di una programmazione di interventi già messa in atto dalla stessa Amministrazione.

Sono in fascia G le scuole elementari “Don Giussani” di Monticelli, “Tofare” via Napoli e “Don Bosco” e l’asilo di Poggio di Bretta.

In fascia F  troviamo la scuola media “Ceci” (blocco aule), la scuola elementare di Sant’Agostino e la palestra del plesso “Don Bosco”.

Compaiono in fascia E la scuola di Venagrande, una parte dell’asilo di Poggio di Bretta e la palestra della “Ceci”.

“Malaspina” e “Collodi” si trovano in fascia D.

in via Rossini. Infine, nella classe C si trovano

In fascia C sono le scuole elementari di Poggio di Bretta e Villa S’Antonio.

Solo l’elementare del Marino e l’asilo di San Gaetano meritano la fascia A.

La scala di vulnerabilità va dalla lettera A alla G, a seconda  della capacità dell’edificio di rispondere ad un’eventuale sollecitazione scatenata da un evento sismico.

Ecco la definizione di “vulnerabilità sismica” data dalla Protezione Civile:

«La vulnerabilità sismica è la propensione di una struttura a subire un danno di un determinato livello, a fronte di un evento sismico di una data intensità.

Una delle cause principali di morte durante un terremoto è il crollo degli edifici.

Per ridurre la perdita di vite umane, è necessario rendere sicure le strutture edilizie.

Oggi, le norme per le costruzioni in zone sismiche prevedono che gli edifici non si danneggino per terremoti di bassa intensità, non abbiano danni strutturali per terremoti di media intensità e non crollino in occasione di terremoti forti, pur potendo subire gravi danni.

Un edificio può riportare danni strutturali agli elementi portanti (pilastri, travi) e/o danni non strutturali agli elementi che non ne determinano l’instabilità (camini, cornicioni, tramezzi).

Il tipo di danno dipende da: struttura dell’edificio, età, materiali, luogo di realizzazione, vicinanza con altre costruzioni e elementi non strutturali. Quando si verifica un terremoto, il terreno si muove orizzontalmente e/o verticalmente, sottoponendo un edificio a spinte in avanti e indietro. L’edificio inizia così a oscillare, deformandosi. Se la struttura è duttile, e quindi capace di subire grandi deformazioni, potrà anche subire gravi danni, ma non crollerà. Il danno dipende anche dalla durata e dall’intensità del terremoto.
Dopo un terremoto, per valutare la vulnerabilità degli edifici è sufficiente rilevare i danni provocati, associandoli all’intensità della scossa. Più complessa è invece la valutazione della vulnerabilità degli edifici prima che si verifichi un evento sismico.

Per questa sono stati messi a punto metodi di tipo statistico, meccanicistico, o i giudizi esperti».

Francesco Ameli

Sui dati emersi dalle verifiche delle scuole di Ascoli, è intervenuto anche Francesco Ameli, capogruppo del Partito Democratico che ne aveva richiesto la diffusione: «Sollecitiamo l’amministrazione affinché non si perda tempo.

Si inizino subito i lavori approfittando anche delle chiusure dovute alla pandemia e si individuino sedi alternative nei pressi delle scuole attualmente utilizzate. Non possiamo pensare di svuotare il centro storico anche delle funzioni scolastiche, sarebbe la morte della città. 

Le opposizioni sono a disposizione dell’Amministrazione per un progetto condiviso e chiediamo nuovamente all’assessore Monica Acciarri di farsi promotrice di un incontro formale nel quale venga illustrato lo stato dell’arte del piano di ricostruzione delle scuole di Ascoli a partire da quali sedi alternative sono state individuate».

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