di Piersandra Dragoni
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perchè la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. […] Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perchè senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. (Albert Einstein – Il mondo come io lo vedo – 1931)
Se dodici mesi di pandemia hanno procurato sofferenze incommensurabili alla comunità, dodici mesi di misure di contenimento del contagio hanno fortemente indebolito il tessuto socio-economico del Piceno: di questa crisi che all’apparenza sembrerebbe senza sbocchi e del contributo che i soggetti pubblici e privati possono dare per uscirne, progettando il futuro, abbiamo parlato con Achille Buonfigli, avvocato, revisore contabile e presidente del Consorzio Universitario Piceno.
Achille Buonfigli
Che ruolo ha il Consorzio Universitario Piceno?
«Da un lato sostiene e coordina le azioni delle università focalizzandone l’attenzione sulla vocazione del territorio nonché sulle sue reali esigenze, dall’altro funge da necessario raccordo fra le stesse, le imprese e le istituzioni. Si occupa, inoltre, di fornire tutta una serie di servizi collaterali sia per gli studenti che per la comunità locale. Ed è importante sottolineare, a mio avviso, che il Cup svolge la sua funzione con una visione prospettica più ampia, non di 2-5 anni ma di 10 e oltre.»
Approfitto del suo assist e anticipo le due domande finali: com’è il Piceno nella vision del presidente del Cup?
«E’ un Piceno che studia, che pensa e che sa interpretare il passato per andare avanti; che non teme il cambiamento e che sa produrre nuovi saperi. Un Piceno in cui l’eredità storica, culturale, monumentale non è un vincolo nè un recinto in cui vivere ma una ricchezza che spinge a camminare con determinazione verso il futuro.»
E come state progettando il Piceno che verrà?
«Abbiamo lavorato insieme a Unicam e Politecnica delle Marche per portare ad Ascoli due nuovi corsi universitari, Fisioterapia e Sistemi agricoli innovativi; stiamo lavorando su progetti di formazione continua e sulle learning community; lavoreremo per aumentare i dottorati di ricerca, cioè quei corsi triennali post laurea specialistica o magistrale ai quali si accede tramite selezione nazionale, corsi che rappresentano il massimo livello di formazione universitaria e che porterebbero sul territorio molti giovani talentuosi che lavorerebbero nelle nostre aziende contribuendo concretamente a innovarle e a renderle maggiormente competitive sul mercato. Abbiamo già un dottorato di ricerca operativo, quello nato dalla collaborazione tra le due università, il Cup e l’azienda HP Composites: lavoriamo perchè in futuro si possano creare altri distretti importanti e avanzati come quello dei materiali compositi.»
Gli effetti drammatici della pandemia e delle misure per contenerla sono sotto gli occhi di tutti, Einstein sosteneva che la crisi è una benedizione: secondo lei questa crisi porterà progressi?
«Indubbiamente la pandemia ci ha tolto molto a livello umano privandoci di persone che amavano, allontanandoci da parenti e amici, imponendoci restrizioni e sacrifici, ma ci lascerà anche alcune cose positive come maggiori investimenti nella sanità, maggiori investimenti nella ricerca e una formidabile spinta alla digitalizzazione nel pubblico e nel privato. Ci costringerà a percorrere strade nuove, le faccio un esempio: il commercio è un settore che ha subìto conseguenze decisamente pesanti perciò insieme alla Università Politecnica delle Marche e al Comune di Ascoli stiamo organizzando dei corsi online di marketing digitale, sono dei corsi gratuiti rivolti ai commercianti perchè se non si possono spostare le persone allora spostiamo le merci.»
Un’ultima domanda: l’Università è un riconosciuto moltiplicatore di ricchezza, quanti studenti universitari ci sono nel Piceno? E quale è l’impatto economico della loro presenza sul territorio?
«Gli studenti iscritti ai corsi triennali, magistrali e post lauream nelle sedi di Ascoli e San Benedetto sono quasi 3.000. Stando alle rilevazioni effettuate l’investimento in Università ricade sul territorio moltiplicato per 7 o 8 e di conseguenza l’impatto economico complessivo varia fra i 15 e i 19 milioni annui.»
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