Luciano Pignataro incorona cinque pizzerie delle Marche. Quelle che valorizzano le eccellenze del territorio. E tra queste ce n’è anche una di Ascoli. Trattasi di “È Bona Furia”, il locale guidato da Armando D’Ascanio.
Il noto critico enogastronomico, ambasciatore della cucina di qualità, per anni autore di critiche culinarie per L’Espresso nonché attuale curatore della guida 50TopPizza, ha dunque tracciato un itinerario ideale delle pizze che esaltano i grandi prodotti territoriali marchigiani: “Farina” di Pesaro, “Mezzometro” di Senigallia, “Avalon” ad Ancona, “Mamma Rosa” a Ortezzano e infine, appunto, “È Bona Furia”.
D’Ascanio, da anni impegnato nella ricerca di pizze gourmet che celebrano le eccellenze enogastronomiche locali, è già stato attenzionato per la pizza “Oliva ascolana scomposta”, di cui detiene il marchio registrato, ed ha sperimentato la sua creatività guarnendo le pizze, rigorosamente create con un blend di farine bio prodotte nella vicina Valdaso, con ingredienti come i tartufi dell’alta valle del Tronto, la mela rosa dei Sibillini, il pesce dell’Adriatico ma anche sfumandole con vino Passerina o arrichendole con le fave della Comunità Slow Food di Favalanciata.
Proprio con quest’ultima, D’Ascanio ha intrapreso una collaborazione attiva valorizzando la crema gourmet di fave “La Favalanciata”, un progetto socio gastronomico dell’acquasantano, simbolo di un territorio ferito dal terremoto che non si è mai arreso. Tale connubio è stato ripreso anche tra le righe dell’articolo di Pignataro dando nuovamente valore al Piceno.
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