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Rcf, passi avanti verso il rilancio
dello stabilimento piceno

SAN BENEDETTO - E' l'esito dell'incontro avvenuto in Regione tra i vertici dell'azienda ed il sindacalisti. Individuati due canali di finanziamento a fronte di un progetto per l'innovazione e la crescita. Il commento di Pompei (Fiom Cgil) e Bartomioli (Uilm Uil)
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di Maria Nerina Galiè

Novità per lo stabilimento Rcf di San Benedetto – e tutte positive – arrivano dopo l’incontro di oggi, 9 giugno, alla Regione Marche tra azienda e sindacati. Per l’Ente di Ancona c’erano l’assessore regionale al Lavoro Stefano Aguzzi e dell’assessore al Bilancio e alle Aree di crisi complessa Guido Castelli.

Passi avanti per le sorti del sito produttivo piceno, dal quale era già stato allontanato lo spauracchio della chiusura ventilata mesi fa, non nella direzione della “sopravvivenza” ma della crescita e della riorganizzazione.

Certo il sostegno economico della Regione in tutto questo ha un ruolo centrale. E gli assessori Aguzzi e Castelli hanno individuato due canali attraverso i quali far passare i finanziamenti necessari.

Il primo rientra nell’accordo d’innovazione predisposto dal Mise. Il secondo, una legge regionale in via di preparazione, volta a finanziare l’accrescimento dei volumi ed occupazionali, attraverso sempre l’innovazione e la ricerca.

All’azienda, rappresentata oggi in Ancona dall’ad Arturo Vicari e dai dirigenti della Rcf tra cui il direttore generale Fausto Incerti e Stefano Morlini, è stato chiesto di presentare un progetto finalizzato all’ottenimento dei fondi statali.

Nella piena disponibilità dell’azienda a farlo a stretto, la soddisfazione dei sindacalisti presenti, per la Fiom il segretario regionale Tiziano Beldomenico, provinciale Alessandro Pompei e la Rsu Luigi Spinozzi, per la Uilm Uil il segretario provinciale Raffaele Bartomioli e la Rsu Fabrizio Traini.

«Il “cauto” ottimismo ma stavolta Pompei, che parla anche a nome degli altri “cauto” lo dice incerto è dovuto al fatto che la trattativa non poggia più su una richiesta di sostegno economico. L’azienda ha dato chiaramente prova di voler rilanciare lo stabilimento piceno con un atteggiamento molto collaborativo.

Oltretutto, potenziare la produzione degli amplificatori in loco si abbina alla difficoltà, riscontrata in questa fase di ripresa post pandemia, di reperire le componenti dalla Cina. 

Adesso c’è una corsa all’accaparramento da oltre oceano che dilata vertiginosamente i tempi. Internalizzare invece vuol dire accorciare la catena del valore.

Di positivo c’è anche il fatto che la Rcf ha deciso di fare questo nelle Marche, anche se non hanno nascosto che sarebbe stato molto più conveniente per loro internalizzare a Reggio Emilia».

«Il percorso delineato sarà lungo – rimarca Bartomioli – e i lavoratori stanno facendo enormi sacrifici per via della cassa integrazione che incide in maniera rilevante. C’è soddisfazione ma anche l’intenzione di essere vigili, affinché vengano attuati gli impregni presi oggi». 

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