L’agricoltore “eroico” marchigiano opera nel secondo comune più alto della regione sfidando quotidianamente lo spopolamento, l’abbandono dei campi e i danni da animali selvatici.
Francesco Fortuni vive e lavora a Montemonaco e davvero non si aspettava di finire in un libro. La sua è infatti una delle 22 storie di agricoltura eroica raccontate nella seconda edizione del volume dedicato ai Sigilli di Campagna Amica. La Fondazione Campagna Amica lo ha presentato durante il convegno su “Dieta mediterranea e biodiversità”, ospitato sabato 17 luglio all’Hotel Calabresi mentre in viale Moretti partiva “Campagna Amica on the beach”.
I “sigilli” sono specie vegetali e animali o produzioni agricole abbandonate nel corso degli anni che avrebbero rischiato l’estinzione senza l’impegno degli agricoltori custodi nel loro recupero e nella vendita diretta per farli valorizzarli e farli conoscere ai consumatori.
«Il nostro Paese in un secolo ha perso 6.000 esemplari di ortofrutta -spiega Carmelo Troccoli, direttore della Fondazione Campagna Amica-. La sfida oggi non è solo conservare quel che resta, è anche recuperare ciò che si è perso».
Così Francesco Fortuni, in quel di Montemonaco, contribuisce a salvaguardare il mais ottofile rosso di Arcevia come altrettanto fanno Carla Cocci a Castignano con l’anice verde e l’azienda Ferretti di Pedaso con l’omonima cipolla rossa. In provincia di Ancona Paolo Marini si occupa invece del grano antico Jervicella. Nel pesarese Giuditta Mercurio ad Acqualagna trasforma la rosa canina in deliziose confetture della tradizione mentre Rodolfo Rosatelli è l’agricoltore custode delle fave di Fratte Rosa.
«Gli agricoltori custodi hanno compreso il valore della storia e del recupero e stanno riscrivendo l’agricoltura. Un percorso che prosegue con un modo nuovo di interpretare l’agricoltura, soprattutto da parte dei giovani», evidenzia Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche. Menzioni che si vanno ad aggiungere alla lunga lista dei “sigilli” della nostra regione: dai carciofi (di Montelupone e il Violetto Precoce di Jesi) alla cicerchia (dei Monti Sibillini o di Serra de’ Conti) fino alla Mela Rosa dei Monti Sibillini.
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