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Ricostruzione, raggiunta l’intesa
per la stabilizzazione
del personale

SISMA - L'assessore regionale Guido Castelli: «Riguarda 499 persone per le quali è prevista l'assegnazione di un contributo complessivo, carico del bilancio dello Stato, di 18 milioni 995mila euro»
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In sede di conferenza unificata, è stata raggiunta l’intesa sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per il riparto delle risorse finanziarie per la stabilizzazione del personale della ricostruzione che ha maturato o maturerà i requisiti previsti dalla c.d. legge Madia entro il 31 dicembre 2021.

«Con il raggiungimento dell’Intesa – il commento dell’assessore regionale Guido Castelli – si stabilizzeranno 499 unità di personale con l’assegnazione di un contributo complessivo, a carico del bilancio dello Stato, di 18 milioni 995mila euro».

Nella definizione delle regole del processo di stabilizzazione sono state accolte tutte le richieste, condivise con i Comuni e le Province marchigiane e veicolate dall’Amministrazione regionale alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, necessarie a garantire certezza del processo, aderenza alle reali caratterizzazioni dei rapporti di lavoro del personale precario e neutralità finanziaria sui bilanci degli enti.

«L’Amministrazione regionale – prosegue Castelli – ha fortemente chiesto in tutte le sedi deputate, la possibilità di cumulare i periodi maturati dai lavoratori in categorie contrattuali diverse, così come la copertura anche degli oneri del salario accessorio e la neutralizzazione delle assunzioni a tempo indeterminato, oltre che dai vincoli assunzionali (neutralizzazione invero già recata dall’articolo 57, comma 3-septies, del decreto legge 104 del 2020 convertito con modificazioni dalla legge n. 126 del 2020) anche dai vincoli di spesa e dai limiti del salario accessorio».

«In tal senso, prosegue l’assessore, la relazione illustrativa che accompagna il Dpc risulta chiara ed inequivocabile. Prevede infatti, con il fine precipuo di accogliere la suggerita interpretazione della norma, tesa a favorire – nel rispetto dei criteri di legge – l’acquisizione del personale destinatario delle disposizioni di stabilizzazione, l’ammissione al riparto anche del personale la cui anzianità di servizio prestata è stata svolta in categorie contrattuali diverse nonché del personale che, in relazione alle modifiche del piano dei fabbisogni, sarà stabilizzato con una categoria contrattuale diversa rispetto a quella attualmente posseduta. Prevede inoltre, in considerazione del fatto che il comma 3-bis del richiamato articolo 57 istituisce l’apposito fondo a decorrere dal 2020, l’ammissibilità anche delle istanze riguardanti personale che, in possesso dei requisiti previsti, è già stato oggetto di stabilizzazione.

Guido Castelli

Sempre la relazione illustrativa conferma che il contributo trova copertura nel fondo di cui al comma 3-bis dell’articolo 57 del decreto-legge 104 del 14 agosto 2020 convertito, con modificazioni, dalla legge 126 del 13 ottobre 2020. Ciò significa che è a carico del bilancio dello Stato ed opera a regime. Ha infatti carattere di stabilità come espressamente prevede la stessa norma, laddove indica la copertura che verrà utilizzata a decorrere dall’anno 2023 a carico del bilancio dello Stato (lettera c) comma 3-bis articolo 57).

Sempre nella relazione, risulta affermato che la maggiore spesa derivante dalle assunzioni del personale precario non rileva  ai fini del rispetto dei limiti della spesa di personale di cui all’articolo 1, commi 557-quater e 562, della legge 296 del 27 dicembre 2006 e che per l’incremento del salario accessorio nei fondi contrattuali trova applicazione  l’articolo 11, comma 1, lettera b), del decreto legge 135 del 14 dicembre 2018, il che significa che i relativi importi non incidono nei limiti delle risorse degli stessi fondi, in quanto derivanti da stanziamenti disposti da specifiche disposizioni di legge.

Altro elemento di assoluto rilievo è la circostanza che rispetto agli 83 milioni di euro stanziati, per questo processo di stabilizzazione ne sono stati spesi meno di 19, per cui va assolutamente sostenuta e da qui il mantenimento di un impegno dell’Amministrazione regionale già dichiarato, la modifica normativa dei requisiti per la stabilizzazione, posticipando il termine del 31 dicembre 2021 al 31 dicembre del 2023, così da garantire la possibilità della stabilizzazione di tutto il personale precario oggi in servizio presso l’Ufficio Speciale per la ricostruzione e presso i Comuni e le Province marchigiane. Il prossimo obiettivo è dunque quello di veicolare, come emendamento alla prossima legge di bilancio, tale proposta».

 


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