di Maria Nerina Galiè
Lupi sempre più vicini ai centri abitati. E’ recentissimo l’avvistamento di due esemplari sulla Valdaso, a 500 metri dal centro abitato di Montefiore, dove ne sono stati visti altri e, giorni fa, è stata rinvenuta anche la carcassa di una lupacchiotta travolta da un mezzo che sul manto aveva segni di rogna.
I due lupi neri avvistati sulla Valdaso, la carcassa della lupacchiotta infettata dalla rogna. Al centro, il sindaco Lucio Porrà
«I lupi non devono fare paura poiché tendono ad andare per la loro strada, evitando il contatto con le persone. Non sono però al sicuro gli animali di cui si cibano e nemmeno i cani chiamati in gergo “da pagliaio”. E’ necessario trovare soluzioni».
A dirlo è il sindaco di Montefiore dell’Aso, Lucio Porrà, esperto cacciatore. Lui non teme il lupo ma è anche responsabile della salute e della sicurezza dei suoi concittadini e della tutela delle attività economiche come gli allevamenti. Pertanto è stato artefice di numerose segnalazioni alla Regione Marche, alla Provincia di Ascoli ed ai Carabinieri Forestali. Nel caso della lupacchiotta trovata infettata dalla rogna, il primo cittadino ha consegnato la carcassa al Cres (Centro recupero animali selvatici). «Nella zona sono state viste volpi spelacchiate, il primo sintomo della rogna. Gli animali malati sono più deboli, pertanto è possibile che siano stati facili prede dei lupi che, in questo modo, si sono contagiati». Nessun pericolo per l’uomo assicura il sindaco Porrà: «Ma per i cani da caccia, in particolare, sì. Ecco perché è importante proteggerli con l’apposito vaccino».
Riguardo all’ultimo avvistamento, si è trattato di «due lupi neri – racconta il sindaco – uno più grade ed uno più piccolo, forse un maschio ed una femmina, sono stati immortalati dalla fototrappola messa da un allevatore che aveva sentito degli ululati. Il punto in cui sono stati fotografati gli esemplari è a circa 500 metri dal nostro centro abitato».
Cosa rischiano i cittadini, sindaco?
«Per quanto sono animali schivi, certo non è al sicuro una persona che ci si imbatte da troppo vicino. Sono invece un pericolo per altri animali, appunto, e per gli allevamenti.
Innanzitutto non è bene tenere cani chiamati “da pagliaio”, cioè “a guardia” delle case di campagna disabitate, a servizio delle tenute agricole. Ne sono spariti molti di questi cani a Montefiore.
In merito agli allevamenti, le autorità, a cui mi sono rivolto, consigliano di proteggere il bestiame con robuste recinzioni, magari elettrificate. E di dotarsi di cani da guardia, come pastori maremmani o abruzzesi. Poco prima di Natale, in Valmenocchia, due lupi si sono avvicinati ad un allevamento ben recintato. A guardia c’erano 14 maremmani, un paio dei quali addestrati. I lupi se la sono data a gambe. Ho assistito personalmente alla scena e l’ho filmata».
Ma qui sorge un altro problema, avvisa il sindaco con un sospiro, che però non sa molto di rassegnazione: «Si sono levate proteste da parte di alcuni cittadini, in quanto non vogliono che i cani pastore siano lasciati liberi».
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