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Tamponi e vaccini per i profughi ucraini in arrivo: l’Area Vasta 5 si prepara

EMERGENZA - In risposta alla direttiva ministeriale, anche il Sisp piceno, diretto dal dottor Angelini, si sta attrezzando per attivare la profilassi e c'è già un comitato di coordinamento. Dal Ministero: «La copertura vaccinale anti Covid in Ucraina si aggira intorno al 35% della popolazione, nel 2019 si è registrata un'epidemia di morbillo e nel 2021 è iniziato un focolaio di polio tutt’ora in corso»
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Nel riquadro, il dottor Claudio Angelini

 

 

di Maria Nerina Galiè

 

Finita (o quasi) una guerra ne è iniziata un’altra. Le vittime dell’ultima, in fuga dai bombardamenti, stanno arrivando anche nelle Marche e nel Piceno. Sono soprattutto donne e bambini. Per loro, oltre all’accoglienza, è prevista anche l’attivazione di una profilassi, anti Covid ma anche di copertura per altre malattie infettive, ormai debellate in Italia, ma non ancora del tutto nella loro patria ora devastata: l’Ucraina, dove «si sono registrati, nel 2019 una epidemia di morbillo ed un focolaio di polio iniziato nel 2021 e tutt’ora in corso», avvisa il Ministero della Salute attraverso una direttiva di allerta inviata alle aziende sanitarie del territorio.

 

In risposta alla nota ministeriale, anche il Servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 5, diretto dal dottor Claudio Angelini, si sta organizzando. 

«Ancora non sappiamo di quante persone si tratterà, né quando arriveranno. Presumo che sarà la Prefettura ad avvisarci – spiega – ma intanto abbiamo avuto un incontro con il direttore di Area Vasta 5 (Massimo Esposito, ndr) ed abbiamo istituito un gruppo di coordinamento».

 

La Casa della Gioventù, pvp di Ascoli

«I profughi – continua il dottor Angelini – dovrebbero entrare con un tampone d’ingresso nel nostro Paese. E con il controllo del green pass. A tutti verrà dato un codice Stp, cioè “stranieri temporaneamente presenti”, e con il quale potranno accedere gratuitamente alle cure. Questa proceduta dovrebbe essere appannaggio dai Distretti Sanitari. Uso il condizionale poiché, ripeto, ancora tanti particolari non ci sono stati forniti. Ed arriverà di sicuro una direttiva dell’Asur, a riguardo».

Ma intanto in Area Vasta 5 si ipotizza che i vaccini anti Covid saranno somministrati nei pvp per la popolazione, «dove adesso la pressione si è allentata – va avanti il direttore del Sisp -. Se necessario, attiveremo una linea dedicata. Ma saremo comunque ben lontani dai tempi (che invece troppo lontani non sono, ndr) di quando si vaccinavano 1.000 persone al giorno per ciascun punto».

Per i tamponi, se necessario?

«Si è ipotizzato di utilizzare i  nostri drive through».

Poi c’è una propfilassi da seguire contro altre malattie infettive. 

«Per prima cosa – è sempre Angelini che parla – dovremo capire lo stato vaccinale, ad esempio contro morbillo, rosolia e parotite. Poi anche  epatite B, pertosse, polio ed altre. Di bambini, ragazzi e adulti. I ragazzi totalmente senza copertura, sono i più a rischio. Nelle situazioni incerte, invece, non ha senso fare la ricerca anticorpale. Quindi faremo il ciclo completo di quello che c’è stato indicato dal Ministero. Tale aspetto non ci preoccupa, è come la vaccinazione in età pediatrica che effettuiamo, per noi  è routine. Poi certo, dipenderà sempre dai volumi di lavoro».

 

«In relazione alla crisi in corso in Ucraina, e in previsione dei conseguenti fenomeni migratori verso il nostro paese – scrivono Giovanni Rezza e Andrea Urbani, rispettivamente direttori generali della Prevenzione e della Programmazione sanitaria del ministero – si prega di voler allertare le Aziende sanitarie locali ai fini della individuazione e della predisposizione di risorse necessarie all’esecuzione di test diagnostici – tamponi antigenici e molecolari – per infezione da Sars Cov2ed alla somministrazione di vaccini anti Covid19 ed altre vaccinazioni di routine per tale popolazione a rischio. Le Asl dovranno, inoltre, assicurare le necessarie attività di sorveglianza, prevenzione e profilassi vaccinale anche in relazione alle altre malattie infettive. Si richiama l’attenzione in particolare alla precoce identificazione delle persone con esigenze particolari e specifiche vulnerabilità, si pensa ad esempio ai minori stranieri non accompagnati, alle donne in stato di gravidanza, ai nuclei familiari monoparentali».

 

Capitolo tamponi. «Per i cittadini che provengono dall’Ucraina, indipendentemente dalla cittadinanza, privi di certificazione verde Covid-19aggiungono ancora i dirigenti del Ministerole Asl territorialmente competenti provvederanno all’esecuzione dei test diagnostici nelle 48 ore dall’ingresso, laddove non avvenuta al momento dell’entrata nei confini nazionali. Tutti coloro che verranno individuati come casi o contatti di caso (esempio allo screening nei Punti di accoglienza) andranno gestiti secondo la normativa vigente adottando le misure di profilassi e tracciamento più idonee».

Non solo vaccini anti Covid. «Per quanto riguarda le vaccinazioni di routine – sottolinea infatti il Ministero – si segnalano notevoli criticità dovute alle basse coperture vaccinali e al recente verificarsi di focolai epidemici, come l’epidemia di morbillo nel 2019 e il focolaio di polio iniziato nel 2021 e tutt’ora in corso nel paese.

 

Tale situazione affonda le radici in anni di difficoltà organizzative e di approvvigionamento di vaccini, oltre che in una lunga storia di esitazione vaccinale nel paese, ampiamente diffusa sia nella popolazione generale che fra gli operatori sanitari.

Oltre a rappresentare un ostacolo per l’adesione all’offerta vaccinale in fase di accoglienza, questo può ulteriormente aumentare il rischio che si sviluppino focolai epidemici di malattie prevenibili da vaccino nelle strutture deputate all’accoglienza dei migranti, già favorito dalle precarie condizioni igienico- sanitarie associate alla crisi e al fenomeno migratorio stesso.

 

Per le vaccinazioni di routine, il calendario vaccinale Ucraino prevede le seguenti vaccinazioni: Epatite B; Tbc; Difterite, Tetano, Pertosse, Polio; Haemophilus influenzae b; Morbillo, Parotite, Rosolia Raccomandazioni».

 

Per i minori di 18 anni mai vaccinati o con documentazione insufficiente «è raccomandata l’offerta delle vaccinazioni previste, in rapporto all’età, secondo il calendario del Piano nazionale di prevenzione vaccinale», dice il Ministero.  Per i minori che risultano invece vaccinati, «è raccomandata l’offerta delle vaccinazioni previste, in rapporto all’età, secondo il calendario del Piano nazionale di prevenzione vaccinale, per l’eventuale completamento del ciclo vaccinale primario o i successivi richiami».

 

Per gli adulti non vaccinati infine «si raccomanda di offrire le seguenti vaccinazioni: Difterite, Tetano, Pertosse, Polio; Morbillo, Parotite, Rosolia (eccetto donne in gravidanza); Varicella (valutare); Epatite B in caso di screening negativo (valutare)».

 

Capitolo vaccini. «Sulla base dei dati disponibili al momento della stesura del presente documento – continua la direttiva – la copertura vaccinale per Covid-19 in Ucraina si aggira intorno al 35% della popolazione, rappresentando una fra le più basse in Europa. I vaccini autorizzati in Ucraina corrispondono, per la maggior parte, a quelli autorizzati dall’Ema o equivalenti, a cui si aggiunge il vaccino Coronavac (Sinovac).

Nell’ambito della presa in carico sanitaria, si raccomanda di offrire la vaccinazione anti, in accordo con le indicazioni del Piano nazionale di vaccinazione, a tutti soggetti a partire dai 5 anni di età che dichiarano di non essere vaccinati o non sono in possesso di documentazione attestante la vaccinazione, comprensiva della dose di richiamo (booster) per i soggetti a partire dai 12 anni di età. L’effettuazione della vaccinazione andrà regolarmente registrata a sistema».


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