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Ascoli tende una mano all’Ucraina: «Azioni coordinate per intervenire al meglio»

ASCOLI - L’Amministrazione comunale, Bottega del Terzo Settore, Fondazione Carisap e le associazioni che compongono i Tavoli delle Povertà hanno promosso un incontro per fare il punto della situazione e raccogliere necessità e adesioni in vista dei prossimi interventi. Cibo e medicine, ma soprattutto accoglienza e servizi da mettere a punto lavorando di squadra. Le indicazioni della Questura per i rifugiati che arriveranno in città, la richiesta di disponibilità di alloggi e un appello: «Non lasciateci soli»
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di Federico Ameli

 

Ascoli e il grande cuore degli ascolani in prima linea nell’emergenza che in questi giorni ha coinvolto la nutrita comunità ucraina del territorio, inevitabilmente sconvolta dalle tensioni tra la Russia e il Paese che amano ma che, per ragioni diverse, si sono visti costretti a salutare per cercare fortuna altrove.

Nel Piceno, ad esempio, dove tanti ucraini vivono, studiano e lavorano offrendo da anni un prezioso contributo nella quotidianità del nostro territorio, che per l’occasione ha voluto rispondere presente alla richiesta di aiuto e accoglienza facendo sentire la propria vicinanza alla causa ucraina. A parole, ma soprattutto con gesti concreti.

Per coordinare al meglio l’autentica gara di solidarietà scattata negli ultimi giorni con singole iniziative di aiuto alle aree direttamente colpite dal conflitto, nel pomeriggio di oggi, giovedì 3 marzo, l’Amministrazione comunale, la Bottega del Terzo Settore, la Fondazione Carisap e le associazioni che compongono i Tavoli delle Povertà hanno promosso un incontro con la comunità ucraina della provincia, presente in gran numero nella sede di corso Trieste.

A fare gli onori di casa Roberto Paoletti, presidente della Bottega del Terzo Settore. «Su pressante richiesta delle associazioni cittadine abbiamo sentito l’esigenza di organizzare un momento di confronto con la comunità ucraina per creare un nuovo tavolo di coordinamento delle azioni da mettere in campo per affrontare questa emergenza.

L’obiettivo è fare sintesi delle necessità e delle disponibilità, in modo da agire per tempo e sapere con chi interfacciarsi».

La comunità ucraina presente all’incontro

Un pomeriggio intenso di lavoro e programmazione che ha visto protagonisti anche il sindaco Marco Fioravanti e l’assessore ai Servizi sociali Massimiliano Brugni. «Era necessario promuovere un incontro per coordinare le diverse attività visto che già da qualche giorno alcuni cittadini si stanno dando da fare privatamente per dare il proprio contributo – conferma il sindaco -. In questi casi, però, si rischia di procedere in maniera scoordinata».

Serve un lavoro di squadra, dunque, i cui primi frutti sono stati già raccolti nelle ultime ore. Nel pomeriggio, infatti, un autobus solidale ha lasciato la città alla volta dell’Ucraina stracolmo di materiali di generi alimentari, farmaci, coperte e bei prima necessità, raccolti nel giro di 24 ore nel comando della polizia locale. L’ennesima dimostrazione del buon cuore degli ascolani.

Roberto Paoletti, Marco Fioravanti e Massimiliano Brugni

«Come sempre Ascoli ha risposto presente – prosegue Fioravanti -. Nel viaggio di ritorno accompagneremo 50 rifugiati ucraini in un convento di Alessandria, per poi valutare l’eventuale partenza di altri pullman. Dobbiamo coordinare le azioni sia in uscita che in entrata. L’accoglienza è l’aspetto che mi preoccupa di più: sono in arrivo mamme con bambini e intere famiglie. In tantissimi mi stanno scrivendo per dare la propria disponibilità, ma serve un coordinamento per valutare quanti posti ci sono e quanti ne occorrono».

Una vera e propria cabina di regia, insomma, con l’Arengo, le associazioni cittadine e la Questura ai posti di comando per offrire sostegno e asilo a chi cerca riparo dagli orrori della guerra.

«Bisogna fare rete per intervenire su un problema che non è poi così distante da noi – conferma Marco Perosa, direttore dell’area Strategia, ricerca e pianificazione della Fondazione Carisap -. I recenti eventi sono la testimonianza che la sofferenza unisce. Stiamo valutando le modalità più opportune per intervenire: la Fondazione c’è e farà il possibile per rispondere adeguatamente a un bisogno imminente e immanente».

Diverse le soluzioni attualmente al vaglio del nuovo tavolo operativo, che già da domani sarà all’opera per dar vita a una manifestazione di interesse finalizzata alla ricerca di appartamenti, b&b e strutture che possano offrire un tetto, anche in cambio di un rimborso simbolico, a chi un tetto non lo ha più.

«Ci siamo già sentiti alla spicciolata con le associazioni e abbiamo già individuato delle direttive da seguire, che andranno concordate con tutte le realtà che vorranno darci una mano – aggiunge l’assessore Brugni -.

La signora Valentina, avvolta nella bandiera dell’Ucraina

Accoglienza non significa solo un letto in cui dormire, ma anche servizi indispensabili di supporto a chi verrà ospitato in città, come un sostegno psicologico e un aiuto sanitario. Nessun particolare può essere lasciato nel dimenticatoio. In serata attiveremo due numeri telefonici per fornire informazioni ai cittadini interessati e un indirizzo e-mail per dare la propria adesione per l’accoglienza».

Presente in sala anche un ispettore del settore Immigrazione della Questura, che in attesa di specifiche direttive di coordinamento dal Ministero dell’Interno ha fornito alla comunità ucraina ascolana alcune indicazioni utili.

«La situazione è in continua evoluzione – precisa – ma per il momento siamo a disposizione con i nostri uffici per creare una rete di accoglienza per gli ucraini che arriveranno alla spicciolata e senza contatti sul territorio».

Senza green pass e con solo passaporti civili, per procedere all’accoglienza degli ucraini che di qui ai prossimi giorni riusciranno ad arrivare in Italia serviranno procedure ben definite, ma per il momento l’unica certezza è la dichiarazione di presenza valida 90 giorni, il primo step necessario per la regolarizzazione. Ad ogni modo, per i profughi che hanno già trovato riparo provvisorio nell’area Shengen – Polonia e Romania, ad esempio – non dovrebbero sorgere problemi di sorta.

La testimonianza della signora Anna

Con i rappresentanti delle istituzioni a fare il punto della situazione, l’incontro ha rappresentato l’occasione per dar voce al popolo ucraino del Piceno. La signora Valentina, visibilmente emozionata e con la voce rotta dalla commozione, ha colto l’occasione per leggere una lettera particolarmente toccante invocando un pronto intervento della Nato in Ucraina, mentre la signora Anna, che ha vissuto in prima persona l’accoglienza e la generosità della nostra comunità, ha ripercorso le difficoltà e le esperienze dei suoi familiari.

«Sono di Odessa – racconta – ma vivo qui da ormai 15 anni. Mi sono ammalata due volte di tumore e una famiglia italiana mi ha aiutata a guarire, conosco il vostro grande cuore.

In questo momento la popolazione del sud dell’Ucraina si sta spostando verso la Moldavia, dove però troverà 2.000 soldati russi ad attenderla. Oltretutto la Moldavia è un paese piccolo e molto povero: per quanto potranno sostenere i nostri rifugiati?

In questo momento migliaia di donne e bambini sono ancora in Ucraina, tra cui anche i miei nipoti. Chi scappa dalla guerra non ha soldi e mezzi. So che sta per partire un autobus solidale: sono pronta a partire anch’io per accompagnare i cittadini ucraini e dar loro un aiuto. A ognuno di voi chiedo di pensare a cosa può fare concretamente per aiutare queste persone».

 

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