Caso Geta, parlano gli avvocati dell’azienda: «Giustizia ad orologeria»

ASCOLI - I legali Gionni e Comini difendono i gestori della discarica dalle accuse della Procura antimafia di Ancona in materia di conferimento rifiuti. «Dimostreranno la loro innocenza da accuse infondate e diffamatorie. Ma nel frattempo questa vergognosa ed odiosa campagna mediatica li sta già condannando prima di processarli. E quando saranno assolti nessuno potrà più riparare il danno già fatto alle persone ed alle aziende coinvolte»
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Caso Geta, gli avvocati Mauro Gionni e Massimo Comini attaccano e rilanciano sulle accuse in materia di conferimento rifiuti che la Procura antimafia di Ancona ha rivolto all’azienda che gestisce la discarica nell’alta valle del Bretta.

 

«Giustizia ad orologeria -la definiscono i due legali-. Il fascicolo giace da oltre un anno, fermo, e invece che avviarsi all’archiviazione, come aveva suggerito il giudice, ricompare proprio quando ci sono decisioni amministrative da prendere. Il Giudice per le Indagini Preliminari, poi, circa un anno fa, aveva scritto che l’accusa era infondata ed aveva rigettato le richieste della Procura che aveva fatto ricorso al Tribunale di Ancona. Anche i Giudici del Tribunale avevano certificato le stesse conclusioni: non c’è traffico illecito di rifiuti».

La valle del Bretta con la discarica Geta

 

«Per questo tale resurrezione, dopo oltre un anno dai provvedimenti assunti dal Gip e dal Tribunale di Ancona, lascia più di qualche dubbio -è la prosecuzione-. Geta dimostrerà la sua innocenza, così come lo faranno i suoi dipendenti, da tali accuse infondate e diffamatorie. Ma nel frattempo questa vergognosa ed odiosa campagna mediatica li sta già condannando prima di processarli. E quando saranno assolti nessuno potrà più riparare il danno già fatto alle persone ed alle aziende coinvolte».

 

«Nessun favore è stato ricevuto dalla politica e nulla è stato pagato, né a politici né a pubblici ufficiali -vanno avanti Gionni e Comini-. La Geta è sottoposta a controlli costanti da parte delle pubbliche autorità che non hanno mai rinvenuto alcun traffico illecito. La Procura di Ancona ha solo teoremi senza prove. Abbiamo sollecitato controlli di ogni tipo sulla discarica, compreso quelli sulla radioattività, proprio per porre all’evidenza, che non c’è nulla di irregolare. La Procura non lo ha fatto. Per questo non c’è timore per il futuro, perché le prove della innocenza sono lì, basta verificare. Non c’è un solo campionamento che dimostri irregolarità o contaminazione».

 

«Le autorizzazioni avute dalla Geta riguardano diverse Amministrazioni pubbliche ed i loro funzionari, oltre agli enti preposti ai controlli, che si sono succeduti in venti anni, peraltro con diverso orientamento politico -ribadiscono gli avvocati-. Nessuna sponsorizzazione è stata fatta per scopi diversi da quelli di liberalità. La Geta, come fanno tantissime altre società, ha sempre sostenuto le società sportive che fanno fare attività ai giovani, sport amatoriali, corse ed altro che sono il seguito di una strategia filantropica, iniziata dal  fondatore della società, il compianto cavalier Ivo Brandimarte e proseguita, nello spirito della continuità e del ricordo, dai suoi successori, che anzi si è estesa  con donazioni di macchinari all’ospedale» .

 

«La Geta, da quasi 10 anni, è certificata Iso 14001 -concludono Gionni e Comini-. Ha, cioè, una certificazione di qualità ambientale che viene attribuita, e mantenuta, solo a seguito di periodici controlli che vengono fatti per più giorni, ed anche settimane, ogni anno da  un organo esterno nazionale che verifica con attenzione e precisione il rispetto di ogni parametro normativo del settore. Non solo. La Geta ha da tempo sottoscritto una polizza di responsabilità civile per danni da inquinamento. Mai usata per assenza di problemi ambientali. Ebbene, come è ovvio, anche la  compagnia ha fatto , e fa costantemente,  controlli periodici con estrema precisione, poiché è nel loro interesse che tutto funzioni per il meglio e quindi di non dover poi risarcire . Per non parlare poi dei controlli fatti da laboratori esterni, dentro e fuori la discarica, su aria,  terra e acque, senza mai riscontrare alcuna anomalia».

 

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