di Giuseppe Di Marco
Il tutto è emerso in un incontro voluto dalle liste che sostengono Antonio Spazzafumo. Presenti all’appello Giorgio De Vecchis e Umberto Paquali (San Benedetto Viva), Luciana Barlocci e Simone De Vecchis (Rivoluzione Civica), Fabrizio Capriotti e Domenico Novelli (Centro Civico Popolare). Nessuno, invece, di Libera.
Si ritorna all’ormai annosa questione dei lavori di rifacimento del manto erboso nel campo su cui gioca la Sambenedettese. Lavori mai pagati e per i quali la “Powergrass srl”, ditta che ha effettuato l’opera, ha fatto causa al Comune, contestando il presunto illecito arricchimento dell’Ente e chiedendo un risarcimento di 446.000 euro.
Sulla questione, durante il mandato Piunti, venne istituita una commissione d’indagine per capire di chi fossero state le responsabilità. La relazione fu redatta, e successivamente discussa, in un Consiglio comunale secretato, per poi essere desecretata dall’attuale Amministrazione. Ma il segretario facente funzioni Antonio Rosati, in un ennesimo colpo di scena, ha reso pubblica la relazione oscurando alcuni nomi di dirigenti e politici.
Negli ultimi mesi quindi la minoranza di destra ha difeso la posizione assunta da Rosati, mettendo sul banco la tutela della privacy, mentre la maggioranza ha chiesto ufficialmente spiegazioni al dirigente. Per gli attuali amministratori, il tema vero sarebbe la responsabilità politica di questo contenzioso.
«Abbiamo deciso di desecretare – dice Barlocci – perché ritenevamo giusto e corretto nei confronti dei cittadini che si sapesse la verità. In tutti i Consigli comunali d’Italia si ricorre veramente poco alla secretazione degli atti pubblici. Lo stadio è una proprietà pubblica, ed anzi è la più importante di questa città a livello economico. Il centrodestra non ha votato la mozione, spostando il focus su un fatto amministrativo che non c’entra nulla con il merito della questione. Quindi dobbiamo spostare l’attenzione su ciò che conta, ovvero un problema creato dalla precedente amministrazione».
A pigiare sull’acceleratore è Giorgio De Vecchis: «La relazione non è mai stata secretata – dice il capogruppo di San Benedetto Viva – perché gli atti amministrativi possono essere secretati solo per decreto del sindaco. Come mai il centrodestra, che ha derogato al principio lapalissiano della trasparenza degli atti, ha voluto proseguire con la farsa della secretazione? Da cosa si sposta il focus? Come mai sono stati cancellati anche i nomi dei politici in quella relazione? Io li dico: si parla dell’ex sindaco Piunti e dell’ex assessore Tassotti».
Il consigliere è un fiume in piena: «La verità è che la scorsa amministrazione dovrebbe cercare di parlare il meno possibile di questa storia, perché si parla di errori di un’amministrazione responsabile di quanto è accaduto – continua De Vecchis – Questa città non ha avuto spiegazioni da parte della politica. Nessuno si è assunto la responsabilità politica di quanto accaduto. Quindi cosa dobbiamo pensare? Perché i tecnici debbono essere difesi ad oltranza? Il punto è che i tecnici possono sempre dire che è la politica a dare gli indirizzi. La domanda sorge spontanea: il centrodestra cosa deve continuare a coprire?»
Negli ultimi giorni, Rosati ha chiesto un parere al Garante della Privacy, per capire se la sua scelta sia stata corretta o meno «ma questo – afferma Pasquali – non incide sulle responsabilità politiche della vicenda. Ora c’è una causa in corso, e noi potremmo perdere, ma il danno è stato causato da chi ci ha preceduto”».
Simone De Vecchis pone l’accento sul fuoco di fila orchestrato dalla minoranza contro la sua compagna di lista: «Gli attacchi che ha dovuto subire la consigliera Barlocci – dice il capogruppo di Rivoluzione Civica – sono stati scandalosi e violenti: spero non si ripetano mai più».
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