Vicenda stadio Riviera, Luciana Barlocci getta acqua sul fuoco ma la querelle continua

SAN BENEDETTO - La consigliera comunale fa chiarezza sulla vicenda, e si rivolge ai rappresentanti della minoranza: «Dopo essere stati fautori della secretazione quando erano amministratori, ora si lamentano che i documenti non sono ancora accessibili, vale poco tentare di cambiare maglia all'ultimo minuto»
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La consigliera comunale Luciana Barlocci di “Libera San Benedetto”, interviene sulla vicenda dello stadio “Riviera delle Palme”. Dopo aver presentato una mozione sulla questione, a San Benedetto si è scatenato il putiferio sulla desecretazione del fascicolo. Vuole fare chiarezza su diversi aspetti. Soprattutto nei confronti di chi «ha mosso accuse nei riguardi della validità della mia mozione, delle mie intenzioni o dei miei rapporti con la maggioranza e altre figure istituzionali».

 

Luciana Barlocci

«È mia premura innanzitutto sottolineare – dice – contrariamente a quanto sostenuto da alcuni che hanno accomunato la mia volontà di vedere desecretati gli atti inerenti lo stadio alla presunta censura delle registrazioni dell’ultima seduta del Consiglio Comunale, che, per quanto ho potuto apprendere, si è provveduto ad espungere dalla registrazione le parti relative ai momenti in cui i lavori consiliari erano sospesi e che dunque nessuna attinenza avevano con lo scopo della registrazione. Sarebbe opportuno che, prima di utilizzare parole gravi come “censura”, si prestasse attenzione a quanto realmente accaduto.

Nel merito della questione – aggiunge – voglio dire con forza che mi guidano valori come la giustizia, la trasparenza e la chiarezza e chi riduce a mero “capriccio” l’atto approvato da 18 consiglieri comunali non sminuisce tanto la mia persona ma la volontà espressa dal Consiglio comunale dimostrando scarsa considerazione dell’istituzione e mancando di rispetto alla comunità che lì è rappresentata.

Ancor più grave – prosegue la Barlocci – è l’essere arrivati a parlare di “golpe” nei miei confronti da parte del presidente del Consiglio comunale Eldo Fanini che è stato uno dei sostenitori della prima ora della mozione da me presentata e che gode della mia totale e indiscussa fiducia. Così come frutto di fantasie non proprio sane è parlare di “fratture” all’interno di una maggioranza che è impegnata invece a raggiungere gli obiettivi di buona amministrazione che si è data sin dal momento in cui il progetto guidato da Antonio Spazzafumo è stato concepito.

Ai rappresentanti della minoranza che, fulminati sulla via di Damasco, dopo essere stati fautori della secretazione quando erano amministratori, ora si lamentano che i documenti non sono ancora accessibili, dico che vale poco tentare di cambiare maglia all’ultimo minuto: il fascicolo verrà desecretato, ma di certo non per loro merito. Da informazioni assunte presso i competenti uffici, ho avuto rassicurazione che, entro il 24 febbraio, il fascicolo sarà nuovamente libero da limitazioni d’accesso e disponibile per la consultazione a tutti i Consiglieri, anche di coloro che potranno rinfrescarsi la memoria rileggendo gli atti che hanno prodotto quando amministravano la città.

A questo punto – conclude la consigliera comunale – però mi chiedo: che cosa di inconfessabile può nascondersi in quelle carte, tanto da spingere “politici navigati” a sollevare polveroni e alimentare sterili polemiche fino ad arrivare ad appellarsi a leggi inesistenti pur di impedirci di consultarle?».

 

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