di Federico Ameli
10 giugno 2019 – 10 giugno 2022. Sono trascorsi ormai tre anni dal day after del ballottaggio che ha affidato le chiavi della città a Marco Fioravanti e alla sua squadra dopo il successo elettorale conseguito ai danni di Piero Celani.
Una tornata elettorale, la seconda del 2019, dalla quale le forze civiche e politiche estranee al centrodestra sono rimaste escluse, costrette ad assistere dai banchi della minoranza al passaggio di consegne tra Castelli e Fioravanti. A tre anni di distanza la volontà dei riformisti è di tornare protagonisti, lavorando a una coalizione alternativa all’attuale amministrazione e giocando d’anticipo per arrivare preparati al grande appuntamento.
Talmente d’anticipo che, nella stessa giornata in cui il sindaco dà appuntamento agli ascolani nel chiostro di San Francesco per celebrare insieme i tre anni di mandato, nella mattinata la delegazione ascolana del Partito Democratico sceglie di fare il punto della situazione in conferenza stampa, evidenziando le criticità che hanno caratterizzato fin qui il percorso dell’Amministrazione e gettando lo sguardo alle elezioni del 2024.
In attesa di ascoltare il personale resoconto del primo cittadino, il quadro cittadino esposto nelle stanze della sede del Pd appare tutt’altro che rassicurante, pur prendendo a soggetto solo – o quasi – le ultime novità dalle parti dell’Arengo.
«Senza voler presentare un elenco completo, credo che quanto accaduto in occasione dell’Adriatica Ionica Race di qualche giorno fa sia la perfetta cartina di tornasole della sciatteria e del pressappochismo di questa Amministrazione – esordisce il segretario comunale Angelo Procaccini – non sono io a dirlo, ma il malumore degli ascolani di fronte ai primi risvegli post covid della città.
problematica riguarda la partita degli enti di secondo grado e, in questo caso, della Ciip. In piena continuità con Castelli, Fioravanti accetta che in città nulla cambi. È una continuità che, qualora non si fossero verificati i disservizi degli ultimi anni, avremmo anche potuto condividere, ma alla luce della qualità dell’acqua dei nostri rubinetti, dell’ormai storico mancato rinnovamento della presidenza e della carenza di “orgoglio ascolano” in termini di figure rappresentative – se 20 sindaci della provincia su 33 firmano un documento per la discontinuità e Fioravanti continua a sostenere Alati dimostra soltanto di essere isolato territorialmente – non possiamo non contestare a un sindaco che appartiene alla nostra stessa generazione politica, che si è presentato come una novità ma che poteva dare qualcosa di più per un bene di tutti».
Criticità che in casa Pd devono evidentemente aver fatto riflettere sulla possibilità di allargare le fila e presentarsi ai nastri di partenza delle prossime elezioni forti di una coalizione più solida e in grado di sfidare a pieno titolo il centrodestra.
«Stiamo portando avanti un percorso che al momento, a differenza di quanto avvenuto nelle altre tornate elettorali, può portare alla formazione di un campo largo con al centro l’interesse di tutti e l’impegno di costruire insieme qualcosa di importante insieme – conferma Procaccini – un aspetto in cui non siamo stati molto bravi negli anni scorsi. È bello avere delle idee importanti, ma solo quando non si è da soli a rappresentarle. L’obiettivo è dar vita a una coalizione alternativa al percorso intrapreso da Ascoli negli ultimi anni».
«A distanza di tre anni dalle ultime elezioni – continua Francesco Ameli, capogruppo dem in Consiglio comunale – non abbiamo alcuna opera pubblica messa a terra, nonostante la nostra disponibilità a una piena collaborazione tra maggioranza e opposizione. Siamo di fronte a un’Amministrazione che è riuscita a parcellizzare anche i fondi assegnati dal commissario Legnini per la rigenerazione urbana, limitandosi a dei piccoli interventi “spot” e andando in contrasto con l’impostazione di mandato che si auspicava con l’apertura a una nuova generazione politica e amministrativa: ad oggi, invece, assistiamo ancora al conservatorismo di chi per 30 anni ha scelto di condannare Ascoli all’isolamento.
L’altro grande assente è il tema della sanità. L’Amministrazione Fioravanti è supina ai diktat della Regione: non ci opporremo a una nuova struttura realizzata a San Benedetto, ma vorremmo almeno conoscere il destino dell’ospedale Mazzoni».
Eppure, con due anni ancora all’orizzonte prima che gli elettori facciano di nuovo tappa alle urne, il tempo per voltare pagina di certo non manca. In quest’ottica, Ameli rivolge un appello a “Marco”, chiamato per nome nel segno di una comune appartenenza alla medesima generazione politica, ma al tempo stesso anche all’intero fronte di minoranza.
«Chiediamo a Marco di cambiare rotta – conclude Ameli – e agli amici dell’opposizione diciamo che questo è il momento di ripartire. Il campo dei riformisti dovrà presentarsi unito all’appuntamento elettorale, senza preclusioni sul candidato sindaco.
Da parte di Fioravanti non è stato fatto nulla di concreto al di là degli annunci di rivoluzione, frutto del lavoro di un grande ufficio di comunicazione è propaganda. L’esempio più lampante del fallimento è il commissariamento del Sestiere di Porta Tufilla a un mese dalla Quintana, un tema su cui presenteremo un’interrogazione in Consiglio».
Presenti in conferenza anche Roberta Fabiani, Maurizio Fazzini, Luca Gabrielli e Adriana Alessandrini, segretari dei Circoli di Porta Solestà, Porta Maggiore, Monticelli e del Centro storico, che per l’occasione si sono fatti portavoce delle istanze e delle problematiche dei propri quartieri. Dai parcheggi a pagamento di Campo Parignano alle difficoltà legate alla chiusura della scuola media di Monticelli e al cantiere ancora attivo al vecchio velodromo, senza dimenticare lo spopolamento del centro e la manutenzione di strade e attraversamenti pedonali.
«Si sta portando avanti una politica di bassa bottega – accusa Fazzini – nel tentativo di non scontentare nessuno, ma in questo modo ci abbassiamo al livello di un paese e non di una città. Non occorrono opere faraoniche, basterebbe sistemare i viali e puntare sulla programmazione, ma sappiamo bene che una visione di ampio raggio non ripaga nel breve periodo».
«Le rue, volano del turismo, sono piene di immondizia ed erbacce che danno il senso dell’abbandono e del menefreghismo in cui versa Ascoli – aggiunge Alessandrini – siamo rimasti in pochissimi in centro, i giovani arrivano solo di sera per consumare nelle attività che lavorano solo per qualche ora in notturna. Mi chiedo perché nessuno si ribelli a questa situazione: un po’ per la tendenza conservatrice della città, un po’ forse perché ormai siamo come anestetizzati. Rileviamo l’apatia e l’indifferenza del sindaco, che non fa nulla per dare una spinta innovativa e coinvolgere i giovani».
Non sono mancate poi battute a 360 gradi su alcune annose problematiche cittadine, come la gestione della Carbon, degli immobili comunali e dei cantieri stradali e la situazione legata alla Ferrovia dei due Mari, ma anche su temi caldi del dibattito politico, come nel caso del recente passaggio delle deleghe al Turismo e alla Cultura nelle mani del sindaco. «C’è in ballo la responsabilità politica di chi accetta di sottostare a certe regole – commenta Procaccini – è difficile entrare nel merito, se a loro (gli assessori Acciarri e Ferretti, ndr) sta bene anche a noi sta bene. Sarebbe stato un problema se avessero dimostrato di aver svolto un buon lavoro in questi anni, ma così non è stato».
Mentre al chiostro di San Francesco è ormai tutto pronto per la celebrazione dei primi tre anni di mandato di Fioravanti, il Pd lavora alla costituzione di un fronte riformista di opposizione. Che sia la volta buona per assistere a un centrosinistra finalmente unito e pronto a puntare con convinzione alla poltrona più importante di Palazzo Arengo?
Presidenza Ciip, Fermano compatto e Piceno spaccato: intanto Alati incassa la maggioranza
Arengo, il sindaco si prende le deleghe di Cultura e Turismo
Clamoroso Quintana: è stato commissariato il Sestiere di Porta Tufilla
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati