Dragaggio del porto, si parte: firmata l’ordinanza per la rimozione dei materiali dal fondale

SAN BENEDETTO - Anche il varo dell'iniziativa, date le condizioni meteomarine favorevoli, può dirsi archiviato. La comandante Alessandra Di Maglio: «Il dragaggio è un passo essenziale per ripristinare le migliori condizioni di sicurezza della navigazione e il corretto funzionamento dell’intero porto»
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Partito il dragaggio all’imboccatura del porto di San Benedetto

 

di Giuseppe Di Marco

 

Dopo l’arrivo del primo pontone e la firma dei lavori di lunedì scorso, un’ordinanza del comandante della Capitaneria di Porto ha regolamentato le operazioni di dragaggio. Ed ora che anche le condizioni meteomarine sono migliorate, l’attesa è davvero finita.

 

Iniziata nella mattina dell’11 settembre, sotto la supervisione della Guardia Costiera, l’attività di dragaggio prevede il trasporto del primo carico di fanghi recuperati dal fondale marino – pari a circa 1000 metri cubi – a bordo del moto-pontone “Giuseppe Cucco”: il materiale verrà reimmesso in mare nell’area denominata “Marche Sud”, di fronte Porto San Giorgio.

 

«Un’operazione di dragaggio portuale – afferma il comandante Alessandra Di Magliosi rende necessaria, per sua natura, per garantire una portualità efficiente e sicura, fornendo vantaggi significativi alla marineria ed all’intero cluster marittimo. Dopo un lungo periodo di 15 anni, il dragaggio del porto di San Benedetto è un passo essenziale per ripristinare le migliori condizioni di sicurezza della navigazione e, di conseguenza, il corretto funzionamento dell’intero porto».

 

Nel monitorare le manovre del moto-pontone, la comandante ha ricordato quanto sia stato impegnativo portare avanti l’iniziativa: «Tutto è nato con una istanza, all’incirca un anno e mezzo fa, della Autorità di Sistema Portuale indirizzata alla Regione, dopo una serie di nostre segnalazioni afferenti la sicurezza del canale di accesso. Poi, l’avvio del procedimento per l’assoggettabilità a Via, tante riunioni, rilievi batimetrici, autorizzazioni, indagini magnetometriche e certificato di bonifica bellica. Per concludersi con l’ammissibilità al trasporto dei fanghi di dragaggio, la consegna dei lavori e l’Ordinanza della Capitaneria. Tanti step, tanti obiettivi prefissati, tutti raggiunti. Uno dopo l’altro. Grazie, soprattutto, alla sinergia interistituzionale. È stata questa la vera chiave di volta. Senza trascurare il prezioso ruolo di raccordo – mai mancato – del Prefetto in prima persona».

 

I lavori permetteranno di dragare una superficie di circa 60.000 metri quadrati, asportando 90.000 metri cubi di materiale. Grazie a questa operazione, l’imboccatura portuale ed il canale di ingresso torneranno ad avere una profondità di 5 metri. Per il materiale dragato – analizzato, non inquinato e dichiarato compatibile con l’ambiente marino – sarà utilizzata per la prima volta l’area di deposito a mare “Marche Sud”, individuata e definita dall’Ispra con Crn Irbim e l’Università delle Marche su incarico dell’Autorità di Sistema Portuale. Una scelta green che consentirà di disporre di maggiori spazi di stoccaggio a terra e minori tempi di navigazione per il deposito a mare. Che tradotto equivale a meno tempo, meno costi e meno emissioni.

 

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