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Caso “Guastaferro”, Chiara Biondi: «I due indirizzi esistono già ad Ascoli, l’offerta scolastica non va frammentata»

SAN BENEDETTO - Secondo l'Ufficio scolastico regionale, riferisce Marta Ruggeri, la lontananza delle scuole ascolane sarebbe stato motivo valido per assegnare i corsi ad una nuova scuola pubblica più vicina agli studenti sambenedettesi
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L’Istituto “Guastaferro” di San Benedetto

 

di Giuseppe Di Marco

 

Gli indirizzi revocati all’Istituto “Guastaferro” sono già presenti ad Ascoli, e se fossero stati assegnati anche a San Benedetto si sarebbe rischiato di frammentare l’offerta formativa della provincia. E’ questa, in buona sostanza, la risposta dell’assessore regionale Chiara Biondi all’interrogazione posta dalla consigliera Anna Casini, sul caso che ha portato allo stadio di ebollizione il dibattito in Riviera.

 

Tutti, dalla Provincia, al Comune di San Benedetto, alla dirigenza della scuola, ai professori, alle imprese, alla minoranza consiliare, hanno sottolineato l’importanza di istituire i due nuovi indirizzi sulla costa. La Regione Marche, dopo averli approvati – il 5 gennaio – li ha revocati – il 22 – e a distanza di un mese, a Palazzo Leopardi, l’assessora ha detto perché.

 

«La sovrabbondanza di indirizzi di studio può favorire fenomeni di frammentazione dell’offerta formativa – ha affermato Biondi – con indesiderati effetti negativi, come la concorrenzialità fra istituzioni scolastiche e l’oggettiva difficoltà di raggiungere il numero minimo di iscritti necessari per la costituzione delle classi». L’assessore aggiunge che sono stati valutati «gli attuali flussi scolastici afferenti al territorio provinciale di Ascoli, che vedono ad oggi la presenza nel Comune di Ascoli Piceno, di due prime classi per l’indirizzo “Meccanica, meccatronica ed energia” e di una prima classe per “Elettronica ed elettrotecnica”, per il quale troviamo un numero di alunni appena sufficiente a formare una classe» nonché «gli spostamenti degli studenti ad oggi iscritti, dove ritroviamo nell’indirizzo più popoloso, “Meccanica, meccatronica ed energia” un numero limitato – 5 – di alunni provenienti da San Benedetto, e un numero invece consistente di alunni proveniente dai Comuni limitrofi, definibili a metà strada, e la cui parcellizzazione porterebbe ad una frammentazione delle iscrizioni».

 

I due indirizzi, va specificato, sono presenti all’Istituto d’Istruzione Superiore “Fermi – Sacconi – Ceci”. «Tale frammentazione – ha proseguito l’assessora – potrebbe inficiare la formazione di una nuova prima classe in uno o nell’altro istituto, creando un duplice danno alla mancata continuità dell’indirizzo dove è già presente, e una delusione delle aspettative laddove l’indirizzo neo-programmato non raggiungesse i numeri necessari per la formazione di una classe, cosa peraltro già accaduta più volte nel medesimo territorio. Per questo si è ritenuto opportuno rivedere, ad iscrizioni aperte, quanto inizialmente emanato».

 

Risposta che, per Casini, risulta totalmente insoddisfacente: «Le linee guida sono assolutamente in coerenza con i due corsi – ha replicato la consigliera – che sono stati richiesti, a mezzo stampa, anche da 15 imprese, che si sono dette disponibili a lavorare in sintonia con la scuola “Guastaferro”, per preparare delle figure professionali che a loro interessano».

 

Ma c’è di più. «Ho fatto un accesso agli atti – ha aggiunto Marta Ruggeri, membro della prima commissione – e dagli allegati al parere richiesto all’Ufficio scolastico regionale si legge che la lontananza per gli studenti di San Benedetto delle scuole ascolane, a un’ora abbondante di mezzi pubblici, è il motivo per cui fosse giusto che una scuola pubblica avesse questi indirizzi. E in più si legge che la modifica dell’istituzione dei due nuovi indirizzi, in fase di raccolta delle iscrizioni, avrebbe creato difficoltà amministrative».

 

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