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L’accusa dei docenti del “Guastaferro”: «Presto manifesteremo, la politica intralcia la scuola per favorire chi?»

SAN BENEDETTO - Dopo le parole della dirigente Marziale anche i professori e i tecnici istruttori all'attacco per la cancellazione dei corsi di "Meccatronica" ed "Elettronica" da parte della Regione Marche dopo appena 15 giorni dalla concessione. E chiedono spiegazioni alla giunta regionale e agli eletti nel Piceno
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L’Iss Guastaferro e da sinistra l’assessore regionale all’Istruzione Chiara Biondi, il presidente Francesco Acquaroli, l’assessore piceno Andrea Maria Antonini e il consigliere regionale Andrea Assenti

 

 

Dopo la dirigente Marina Marziale e, con lei, il sindaco di San Benedetto Antonio Spazzafumo (clicca qui) e poi, a seguire, il deputato Giorgio Fede e i consiglieri comunali Aurora Bottiglieri e Paolo Canducci (clicca qui), il “caso Guastaferro” vede scendere in campo anche gli stessi docenti dell’Istituto di Istruzione Superiore, dopo il dietrofront della Regione Marche che, nel giro di pochi giorni, ha prima concesso e poi negato due nuovi corsi (Meccanica, Meccatronica ed Energia ed Elettronica ed Elettrotecnica, clicca qui l’annuncio) nonostante fossero già state raccolte delle iscrizioni.

 

«Per salvaguardare chi? – scrivono i docenti – Non di certo il diritto allo studio degli studenti che hanno già richiesto l’iscrizione ai corsi». E annunciano anche imminenti «proteste e manifestazioni», mentre il la consigliera regionale Marta Ruggeri del M5S ha già annunciato una interrogazione consiliare. 

 

«La politica intralcia la scuola – afferma il personale docente del “Guastaferro” – la Regione prima approva i nuovi corsi poi inspiegabilmente li nega». E chiedono, i professori e i tecnici dell’istituto scolastico sambenedettese, spiegazioni proprio ai diretti interessati, coloro che, dopo il voto favorevole della giunta il 5 gennaio, hanno invece votato contro il 22: «Un’incomprensibile bocciatura che vorremmo fosse spiegata dai presenti alla seduta del 22 gennaio, Acquaroli, Saltamartini, Aguzzi, Antonini, Baldelli, Brandoni e in particolar modo dall’Assessore all’Istruzione Biondi, dall’assessore alle Attività Produttive nonché eletto nel Piceno Antonini oltre che dal consigliere regionale sambenedettese Andrea Assenti».

 

Nella nota stampa viene ricostruita la vicenda, che si avviò già nel 2020 con la richiesta dell’Istituto alla Regione Marche, la quale, tuttavia, respinse la richiesta: «Già quattro anni fa le motivazioni per la mancata approvazione non potevano che lasciare quantomeno perplessi gli addetti ai lavori: la nostra scuola è dotata di attrezzature all’avanguardia e professionalità specializzate, tant’è che i nostri spazi sono già sede di corsi ad indirizzo tecnico tenuti dalle associazioni di categoria ed i nostri docenti sono esperti esterni nei corsi di formazione tecnica post diploma».

 

«La motivazione della sovrapposizione con l’offerta formativa esistente si è dimostrata del tutto incoerente con quanto poi approvato dalla Regione negli anni successivi: l’Istituto Buscemi di San Benedetto ha richiesto e ottenuto nel 2022 l’indirizzo tecnico “Chimica, materiali e biotecnologie” già presente in due Istituti di Ascoli. Aspetto confermato dalla presenza poi di indirizzi analoghi sia a San Benedetto come ad Ascoli: liceo classico e scientifico, istituto tecnico tecnologico e commerciale ma non istituti tecnici nel settore della meccanica, prerogativa che rimane solo della città di Ascoli».

 

«Così – continuano – Forti dell’appoggio delle associazioni di categoria e delle imprese locali abbiamo tenacemente riproposto la richiesta anno dopo anno, finché con la delibera n.1 del 5 gennaio la Giunta ha concesso i due indirizzi. La Scuola ha così inserito i nuovi percorsi all’interno del Piano Triennale dell’Offerta Formativa, e dal 18 gennaio, data di avvio delle iscrizioni, ha accolto le famiglie interessate a questo nuovo percorso. Ma la Regione, all’improvviso fa dietro front: il 22 gennaio, la Giunta revoca i due percorsi approvati con una motivazione, “per un principio di uniformità e coerenza”, totalmente inconsistente e che lascia esterrefatto tutto il personale del Guastaferro, spinge a credere che il diniego sia frutto di una scelta esclusivamente politica e che punti a salvaguardare interessi altrui»


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