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Sicurezza stradale, si mobilitano anche Fiab e Legambiente Ascoli

SABATO 9 marzo gazebo degli "Amici della bicicletta" davanti al Battistero per dire "stop al nuovo codice della strage". Iniziativa nazionale contro la revisione del codice della strada proposta dal ministro delle Infrastrutture Salvini
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Una delle tante iniziative organizzate ad Ascoli dagli “Amici della bicicletta”

 

I volontari della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (Fiab)-Amici della Bicicletta e quelli del Circolo Legambiente di Ascoli aderiscono alla mobilitazione nazionale “Stop al nuovo codice della strage” con un loro gazebo per sensibilizzare la cittadinanza contro la revisione del “Codice della strada” proposta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Saranno presenti domani, sabato 9 marzo, in Piazza Arringo, davanti al Battistero, dalle ore 9,30.

Obiettivo è fermare la revisione del “Codice della strada” e l’invito di aderire è rivolto a tutti coloro che vorranno partecipare a piedi, con la propria bici o il proprio mezzo di micro-mobilità sostenibile.

Fiab e Legambiente ricordano le 3.159 persone morte sulle strade nel 2022, con un aumento del 9% rispetto al 2021 e solo una leggera diminuzione rispetto al 2019. I feriti sono stati 223.475. E che il 73% delle collisioni avviene in ambito urbano.

Dati inconfutabili (fonte Commissione Europea 2022) quelli che riferiscono come l’assenza di sicurezza stradale è la prima causa di morte per i giovani sotto i trent’anni. Una situazione, quella italiana, che è un’anomalia in Europa. Se in Gran Bretagna i morti in strada per milione di abitanti sono 26, in Germania 34, in Spagna 36, in Italia siamo a 53, dato in crescita rispetto all’anno precedente. Dati Istat confermano che le principali cause di morte sono l’eccesso di velocità, la guida distratta e la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti.

«La riforma viene proposta “per salvare vite in strada”, ma nella sostanza prefigura il persistere della strage. Infatti – dicono Fiab e Legambiente – limita pesantemente l’autonomia di azione delle Amministrazioni comunali, attacca e depotenzia Ztl, aree pedonali, controlli elettronici e mobilità ciclistica. La proposta di riforma da una parte promuove “misure-vetrina”, come l’inasprimento di alcune pene o l’alleggerimento delle limitazioni ai neopatentati, e dall’altra strizza l’occhio a chi vìola sistematicamente le regole. Vengono meno i presupposti per la tutela di chi è più vulnerabile – aggiungono – e si indebolisce la convivenza tra i diversi utenti della città. Misure inefficaci e dannose che non migliorano le norme attuali e addirittura vanno ad aggravare la situazione, poiché non agiscono sulle cause della strage e sulla prevenzione. La richiesta è una: città vivibili e strade sicure, la sicurezza stradale ha un’altra direzione. Serve un approccio scientifico e sistemico: agendo sulla moderazione della velocità, non solo attraverso i limiti ma anche con controlli, potenziamento della mobilità dolce e ridisegno dello spazio pubblico. Occorre incentivare il trasporto pubblico – la conclusione – e agevolare percorsi verso le città 30, prendendo esempio da Bologna».


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