di Peppe Ercoli
All’indomani della manifestazione che ha raccolto a suo sostegno circa 2.000 persone nel centro storico di Ascoli, Lorenza Roiati ha pubblicato oggi (4 maggio) un post in cui riassume il suo pensiero in merito ai fatti accaduti dal 25 Aprile ad oggi.
In questi giorni Cronache Picene ha correttamente e puntualmente raccontato cosa è successo, dando equamente spazio al pensiero e al racconto di tutti, riferendo del controllo effettuato dalla Questura e dalla Polizia Locale di Ascoli in merito al lenzuolo affisso all’esterno della panetteria “Assalto ai forni” recante la scritta “Buono come il pane, bello come l’antifascisamo“. In tanti hanno preso posizione, dando la propria ricostruzione e la propria interpretazione rispetto a quanto accaduto e ne abbiamo preso atto con tempestività, proponendolo ai nostri affezionati lettori.
Per questo oggi (domenica 4 maggio), pubblichiamo, senza alcuna censura, il post pubblicato sulla sua pagina Facebook da Lorenza Roiati.
Ecco il testo.
«Vorrei rassicurare chi mi vuole bene su una cosa. Io sto benissimo. Sto veramente benissimo. Mi dispiace per le tante persone che si reputano delle grandi opinioniste, sentono di avere la verità in tasca, magari sognano di andare in TV ad esprimerla e invece no, nessuno li invita perché hanno pensieri mediocri e nella stragrande maggioranza dei casi sanno solo insultare. E allora aprono i loro social e scrivono merda e se prendono 20 like magari sono anche contenti, il pomeriggio è stato fruttuoso.
Io invece sono stata invitata da decine di trasmissioni televisive e non ci sono andata (tranne una, su la 7 da Gramellini, perché l’intervento era breve). Perché? Venitemelo a domandare al forno, razza di pusillanimi che non siete altro e vi risponderò!
Ho sentito molte voci sulla mia famiglia e allora vi domando? Vi rode il culo che persone serie, oneste, appassionate, forti lavoratori, siano anche riuscite a vedere riconosciuti i loro meriti (limitatamente ai campi in cui si sono applicate, naturalmente)? Si vi rode, ma vi prego smettetela di sbattermelo in faccia perché state diventando imbarazzanti.
Io ho fatto quello che mi hanno sempre insegnato ovvero ho studiato sodo e ho fatto molto sport correndo per l’Asa Ascoli, poi mi sono laureata in Chimica. Dato che sono un cavallo pazzo che ascolta sempre il suo istinto ho deciso che volevo fare la cuoca e per recuperare di aver iniziato “tardi” (avevo 24 anni) ho dato tutta per stessa in anni di gavetta tostissima nei ristoranti, nei forni, nelle pizzerie di Milano e di Roma.
Ho deciso quindi di tornare nella mia città per aprire con grande fatica un’attività tutta mia.Già 6 anni fa prima di aprire avevo sentito l’aria, tanti rosiconi che senza conoscere niente di me mugugnavano che ero una figlia di papà. KIVVESENCULA ho pensato tra me e me e mi sono messa all’opera per dimostrare quello che sapevo fare.
La mia attività 6 anni dopo è un successo. Chi stabilisce cosa voglia dire avere successo? Per me significa aver creato un posto magico che fa felici tante persone che ci scelgono ogni giorno, dare lavoro a ragazze e ragazzi bravissimi e spingerli a migliorarsi. Essere considerata un’eccellenza nella mia città. Perché dovete sapere una cosa: la città non siete voi! Voi lo pensate perché quando scrivete le vostre cattiverie (su questo social in particolare) qualcuno vi applaude. Ma la società è ampia per definizione quindi non state lì a gongolare come se mi aveste sconfitta in qualche modo.
Io all’Assalto ci lavoro sodo tutti i giorni dal lunedì al sabato e chiunque sia passato per Piazza Arringo mi avrà incontrata, vestita da lavoro, infarinata e con il foulard in testa. Corro avanti e indietro tra negozio e laboratorio perché il mio lavoro è questo: sfornare cibo delizioso, parlare coi clienti, essere un’onesta datrice di lavoro con i miei ragazzi, migliorarmi ogni giorno come imprenditrice e come essere umano.
Il 25 Aprile metto striscioni per commemorare il fatto che 80 anni fa l’Italia si è liberata dalla dittatura del nazifascismo. Il fascismo non è mai finito perché l’Italia decise di non fare i conti fino in fondo con questa storia. Quindi si, metto lo striscione per onorare una festa nazionale e per ricordare che la Resistenza continua. Ricevere due identificazioni da parte delle forze dell’ordine per questo NON È UNA COSA NORMALE. E dato che in quel momento avevo la certezza di essere nel giusto ho pensato di riprendere la seconda identificazione con il telefono. Se fosse una cosa normale non ne starebbero parlando da 8 giorni ovunque in tutta Italia.
Vi siete stufati che se ne parli? Mi dispiace ma non decidete voi cosa pensa l’opinione pubblica e vi dico che se continuano a parlarne è anche e soprattutto perché il sindaco e tutta la sua amministrazione non hanno speso una sola parola sull’accaduto. Questo fino a ieri.
Oggi se ne parlano tutti i giornali è perché una manifestazione storica è sfilata per le vie della città. Che vi piaccia o no, qualcosa forse è cambiato».
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