Stefano De Angelis e Vittorio Massi a Firenze
di Pier Paolo Flammini
Dopo la tempesta, la quiete. O forse né l’una né l’altra ma le parole di Vittorio Massi di questa mattina, in risposta a un comunicato firmato dagli assessori Domenico Pellei (Bilancio) e Cinzia Campanelli (Sport) hanno fatto in un momento il giro non solo della città ma di tutto l’ambiente sportivo. Lascio, sono stanco, nessuno è profeta in patria ha detto Massi, criticando la richiesta di fidejussione, a suo dire di 2 milioni di euro, che il Comune vorrebbe chiedere per dare in affidamento il “Ciarrocchi” per 30 anni. Discorso che era stato accennato di questi tempi anche un anno fa: anche allora, a giugno, Massi incontrò Spazzafumo e sembrava essere arrivato l’ok al percorso di riqualificazione, invece furono di nuovo mesi turbolenti fino alla revisione presentata lo scorso mese di aprile.
E proprio quel giorno ha segnato il riavvicinamento tra Massi e Spazzafumo, culminato con l’invito alla cena di festa per la vittoria del campionato (presente anche l’ex main sponsor Luigi Rapullino, altro segnale). Ma adesso Pellei e Campanelli e i funzionari comunali chiedono la fidejussione per il via libera al progetto, mentre Massi, come ribadito un anno fa anche dal giudice Aldo Manfredi, afferma che per quel tipo di affidamento è sufficiente il piano economico-finanziario.
La domanda sorge spontanea: ma il 9 aprile Massi era stato edotto, se non dal sindaco, dai funzionari, come il dirigente all’Urbanistica Giantomassi presente, che era necessaria una fidejussione, oppure il tema è emerso solo negli ultimi giorni e negli incontri politici? Se ne saprà di più mercoledì alle ore 18,30, quando la commissione consiliare affronterà il tema della riqualificazione del “Ciarrocchi” prima che questo approdi, il 21 maggio, in Consiglio Comunale per l’approvazione.
Prima, però, secondo atto della poule scudetto. Mercoledì alle 16 c’è il Livorno al Riviera, per una partita che ha perso il fascino che ci sarebbe stato se si fosse giocato domenica prossima, di fronte a un grande pubblico. Invece la sconfitta a Forlì per 3-1, che sancisce la quasi certa esclusione della Samb dal torneo (deve arrivare un 3-0 e poi una sconfitta di misura del Forlì a Livorno) e la disputa in orario di lavoro infrasettimanale ridurrà gli spettatori a circa 2-3 mila, di cui un centinaio dalla Toscana. Tra gli amaranto si segnala la presenza dell’ex Ascoli Dionisi, autore di 14 reti. I labronici hanno ottenuto gli stessi punti della Samb ma hanno subito oltre il doppio di gol, 44 contro 21.
Nella rifinitura di martedì pomeriggio Palladini ha avuto a disposizione tutti gli effettivi tranne Sbaffo (per lui mercoledì intervento di pulizia del menisco esterno del ginocchio destro, a Perugia) e Tourè, che si è limitato a giri di campo. Recuperati dunque Paolini, Zini e Moretti, anche se il loro impiego dal primo minuto è incerto. Così come quello di Candellori, tornato in campo da titolare a Forlì dopo tre mesi di stop, che difficilmente giocherà titolare a distanza di tre giorni.
La formazione iniziale dunque potrebbe essere impostata con il 4-3-3, con Tataranni a supporto di Guadalupi e D’Eramo e tridente composto da Battista, Eusepi e Kerjota. Ma Palladini ha provato anche il 4-2-3-1 con Kerjota vicino a Eusepi e Tataranni esterno destro d’attacco,
Intanto Massi e De Angelis hanno rassicurato l’ambiente postando una foto, sulla pagina della Samb, che li ritrae a Firenze, con Santa Maria Novella sullo sfondo: i due erano in Toscana per un incontro con i vertici della Lega Pro organizzato per illustrare alle 9 neopromosse di Serie D l’iter per l’iscrizione in C. Iter che la Samb starebbe seguendo con largo anticipo. E tra gli elementi in attesa, c’è anche l’affidamento del Ciarrocchi, da completare prima dell’iscrizione perché la Samb, tra i professionisti, cambierà denominazione sociale.
Di seguito, il testo del “famigerato” articolo 5 della legge che la Samb vuole sfruttare per ottenere la gestione del “Ciarrocchi”.
Le Associazioni e le Società Sportive senza fini di lucro possono presentare all’ente locale, sul cui territorio insiste l’impianto sportivo da rigenerare, riqualificare o ammodernare, un progetto preliminare accompagnato da un piano di fattibilità economico finanziaria per la rigenerazione, la riqualificazione e l’ammodernamento e per la successiva gestione con la previsione di un utilizzo teso a favorire l’aggregazione e l’inclusione sociale e giovanile. Se l’ente locale riconosce l’interesse pubblico del progetto, affida direttamente la gestione gratuita dell’impianto all’associazione o alla società sportiva per una durata proporzionalmente corrispondente al valore dell’intervento e comunque non inferiore a cinque anni.
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