L’Ascoli alle porte della doppia trasferta con Perugia e Livorno, c’è il ricorso contro la squalifica di Tomei

CALCIO - Crescono i biglietti venduti per il settore ospiti del "Curi", dov'è atteso un numero importante di tifosi bianconeri. Prosegue la preparazione, mentre il club prepara il ricorso contro la decisione del giudice sportivo. Il presidente Passeri nella giornata di ieri aveva detto: «Non comprendo il tenore giustizialista della decisione»
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di Salvatore Mastropietro

 

Si sarebbe dovuta tenere quest’oggi una doppia sessione di lavoro in casa Ascoli. Il prolungarsi oltre quanto inizialmente programmato dell’allenamento mattutino, tuttavia, ha fatto optare lo staff tecnico per il cancellamento di quello pomeridiano. La squadra tornerà in campo domani e venerdì, di pomeriggio. Poi sabato alle ore 14 è in programma la rifinitura prima della partenza verso Perugia, dove domenica è in programma la gara valevole per il quarto turno d’andata del campionato di Serie C 2025-2026.

 

La squadra bianconera sotto la Curva al termine dello 0-0 contro la Juventus Next Gen (foto Ascoli Calcio)

La sfida del “Curi” sarà la prima di due trasferte consecutive che attendono il club bianconero. Il 20 settembre, infatti, l’Ascoli sarà poi di scena al “Picchi” di Livorno per un altro match esterno molto sentito dalla tifoseria per via della storica rivalità che caratterizza le sfide contro biancorossi e amaranto. In quel di Perugia, complice anche l’orario favorevole (domenica alle ore 15) e il ritorno alla tessera del tifoso da parte dei principali gruppi organizzati, è atteso un numero molto importante di tifosi del Picchio: a circa tre giorni dalla fine della prevendita, si viaggia verso gli 800 biglietti venduti. E visti i precedenti, non è affatto improbabile che si possa sfiorare o addirittura sfondare quota 1.000. La capienza complessiva del settore ospiti è di 1.125 unità.

 

Il presidente Bernardino Passeri (foto Ascoli Calcio)

Intanto, come si apprende dal club, l’Ascoli ha deciso di presentare ricorso contro la squalifica di sette giornate inflitta a mister Francesco Tomei. Pur avendo subito stigmatizzato il gesto del proprio allenatore, infatti, la società ritiene sproporzionata la decisione del giudice sportivo. Allo stato attuale l’allenatore abruzzese rientrerebbe in panchina soltanto per il 26 ottobre, quando è in programma il derby di andata contro la Sambenedettese. Nella giornata di ieri il presidente Bernardino Passeri aveva espresso il proprio pensiero in un comunicato pubblicato sui canali ufficiali del club, a margine di un incontro tenutosi a Milano con presidenti degli altri club, il presidente della Lega Pro Matteo Marani e il designatore arbitrale Daniele Orsato: «Giornata intensa quella di oggi, presso gli studi Sky di Milano dove ci siamo incontrati con la maggior parte dei Presidenti della Serie C, il presidente Marani e il designatore della Can C Daniele Orsato, che, durante il suo intervento, ci raccomanda di perdonare gli arbitri attuali molto giovani ed inesperti. Da un neofita del calcio come me, portatore di etica e dignità, mi è sembrato un giusto auspicio, chi fa può sbagliare e va perdonato. Purtroppo il mio pensiero in questo momento è ben diverso, dopo aver appreso i verdetti del Giudice Sportivo.

 

«In questa stessa giornata prima – ha sottolineato Passeri – mi si dice che dobbiamo perdonare errori che possono costare molto cari, anche economicamente, e subito dopo ricevo una sanzione durissima nei confronti del nostro allenatore, in una fase di campionato dove si può anche pregiudicare la stagione, solo per aver bagnato un piede all’arbitro. Bene, ne prendo atto. Gesto sbagliato, ma figlio di un momento di confusione della partita, momento cruciale, dove la gestione dell’arbitro ha mandato in confusione anche noi, solo che l’arbitro va perdonato, sempre e comunque, in quanto essere umano, mentre noi, addetti ai lavori, no. Perché? Ritengo che l’errore più invasivo possa essere quello dell’arbitro rispetto ad un essere umano che ha fatto rotolare una bottiglia di plastica sul manto erboso in stato di trance agonistica, stato equivalente a quello dell’arbitro. Ci si chiede collaborazione e comprensione e sono il primo a mettermi a disposizione, già ieri ho espresso la mia vicinanza al mister condannando il gesto, assolutamente da non giustificare, ma comprendendo la tensione e la responsabilità che ognuno di noi si prende in carico».

 

«Oggi – continua il presidente bianconero – mi ritrovo a non comprendere invece il tenore giustizialista della decisione. Un gesto di rabbia a distanza, senza alcun intento violento viene punito in maniera esemplare. Nella mia vita da tifoso ricordo episodi esecrabili di violenza verbale e fisica puniti con molta meno severità. In questo momento noi Ascolani stiamo vivendo un momento di serenità tra tutte le componenti del territorio, a prescindere dai risultati, perché rompere questa piacevole atmosfera che fa bene a noi e a tutto il calcio? Come si può pensare che un gesto di rabbia assolutamente innocuo da parte di un mister sanguigno, come me presidente e come tutta la città, possa cambiare le sorti della stagione e un fallo non rilevato o inesistente debba essere perdonato a prescindere? Non lo ritengo giusto e sono molto deluso, avevo sentito belle parole oggi, prontamente sconfessate dai fatti».



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