«Un solo punto nascita
per Ascoli e San Benedetto»
L’auspicio di Milani e Ruffini

SANITA' - I direttori di Area Vasta 5 e di Pediatria precisano che al momento non c’è questo rischio, ma non hanno dubbi: «Ai reparti del “Mazzoni” e del “Madonna del Soccorso” mancano mezzi e medici, sarebbero da accorpare già domani. Alzeremo un vespaio? Speriamo invece in una risposta matura»
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Cirillo Cappelli, Michele Rosati, Ermanno Ruffini e Fernando Manes

«I punti nascita del “Mazzoni” di Ascoli e del “Madonna del Soccorso” di San Benedetto sono in affanno. Mancano mezzi e medici. Se fosse per me, li accorperei già domani mattina». Con queste parole lapidarie Cesare Milani risponde sulla possibile chiusura di uno dei due reparti. Il direttore di Area Vasta 5 precisa di non voler creare allarmismi inutili e che al momento non ci sono i presupposti per uno smantellamento «poiché nessuno dei due ospedali è sceso al di sotto delle 500 nascite l’anno».

Il primario Ruffini e il direttore generale di AV5 Milani

«Ascoli nel 2018 ne ha sfiorate 600 e San Benedetto 800», conferma Ermanno Ruffini, direttore dell’Uoc di Pediatria. «Ciò nonostante la situazione è critica», ribadiscono i due dirigenti. «Avere un unico complesso che può arrivare a 1.400 nascite  -incalza Milani- significherebbe innalzare di molto il livello dei servizi, oltre ad evitare che i primari debbano dividersi tra la costa e il capoluogo di provincia, con tutti i disagi che ne conseguono». Sia Ruffini che  Andrea Chiari, direttore di ginecologia e ostetricia, ricoprono l’incarico per tutti e due gli ospedali. «Riunirli sotto lo stesso tetto sarebbe l’ideale dal punto di vista tecnico e di efficacia delle prestazioni. Sul piano politico si alzerà un vespaio? L’auspicio invece è di avere una risposta matura».

«La mancanza di medici non riguarda soltanto le Marche -sottolinea Ruffini-  anche al nord i reparti chiudono, salvo fare ricorso a medici in pensione o che vengono dall’estero. Durante l’estate, i nostri pediatri hanno fatto un tour de force anche per integrare il servizio al “Murri” di Fermo, rimasto con solo 3 pediatri. Con il nostro personale copriamo le due strutture, ma siamo al limite. E’ sufficiente un imprevisto, come l’assenza non programmata di un medico, per rendere critica una situazione difficile».

M.N.G.

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