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Zona rossa, fremono i giovani:
scena già vista con il lockdown

ASCOLI - Clima molto particolare nei giorni che precedono la scadenza di un Dpcm, che verrà sostituito da un Decreto Legge. Salto indietro nel tempo, con una situazione vissuta un anno fa esatto
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Anche per Piazza del Popolo ultime ore di “zona arancione”

di Diego Morone
Non dovrebbe più sorprenderci il clima di frenesia che si crea nei giorni precedenti allo scadere di un Dpcm, che questa volta sarà sostituito da un Decreto Legge, aprendo così le porte ad una situazione identica a quella che abbiamo già vissuto nel marzo 2020: l’Italia non era allora in “zona rossa”, ma in lockdown totale.
Tutti a modo nostro abbiamo subito delle gravi conseguenze, ma quelli che ne fanno le spese prima di tutti sono i giovani, la categoria under 23. Quelli che in molti casi non appartengono ancora al mondo dei grandi e che hanno ancora da fare parziali, interrogazioni, verifiche scritte, quelli che sono il miglior capro espiatorio per l’aumento dei contagi. Nell’ultimo anno hanno visto la propria vita le proprie abitudini sociali e stravolti. Non è di certo così facile come sembra avere vent’anni durante una pandemia.
Le soluzioni che sono state scelte per quest’ultimo weekend in “zona arancione” sono generalmente le stesse di sempre, una routine che non sarebbe mai dovuta diventare tale: molti hanno optato per un giro, una classica passeggiata tra amici o con il proprio ragazzo o la propria ragazza, altri hanno preferito trovarsi a casa di qualcuno per un bicchiere insieme o giusto per un saluto: prima di due settimane non sarà possibile vedersi.
La “Questione dei Giovani” non si risolverà di certo nell’arco di due settimane di lockdown. La situazione resterà pressoché invariata per loro tra limitazioni, divieti, rischi e pericoli.
Per conoscere però come la stanno vivendo è il caso di chiederlo a loro prima di poter formulare delle illazioni.

Matteo Agostini

La pensa così Matteo Agostini, 20 anni, studente ascolano all’ultimo anno di Scienze Politiche all’UniMc: «Gli ultimi giorni sono stati nella norma visto il periodo, senza eccessi né tantomeno privazioni. Sicuramente è un problema per tutti gli universitari non poter godere del proprio percorso da più di un anno, noi ragazzi visti anche come studenti, non siamo stati tutelati abbastanza.

È triste vedersi sempre colpevolizzare dagli adulti, piuttosto che trovare un responsabile dovremmo essere tutti uniti nella lotta al virus. In ogni caso non serve fossilizzarsi sull’ultimo anno, guardiamo tutto con un’ottica ottimista: il tempo è ciclico, ci vorrà del tempo ma si risolverà tutto».

Francesco Cappelli

Sulla stessa lunghezza d’onda troviamo Francesco Cappelli, 18 anni, studente maturando al Liceo Classico Stabili: «Ho trascorso questi ultimi giorni con i miei amici cercando di godermi a pieno ogni giornata in vista della chiusura totale, ovviamente nel rispetto delle regole. E’ avvilente ammetterlo, ma è necessario un nuovo lockdown totale, bisogna salvaguardare la situazione che nelle ultime settimane non era di certo delle migliori.

Noi giovani ne stiamo soffrendo più degli altri: abbiamo bisogno di quella sana socialità che ci accompagnava prima della pandemia e che sta progressivamente sbiadendo. Tuttavia noi “nativi digitali” abbiamo reagito meglio di altri, spesso anche grazie alla tecnologia».

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