Il metanodotto passa nella zona sismica
«Un pericolo in più sotto i nostri piedi»

IL PROGETTO - La denuncia è del comitato "No trivelle nel Piceno": «Il "mostro" parte dalla Puglia per arrivare in Emilia Romagna e poi nel Nord Europa, attraversando anche gli Appennini e le zone di Arquata del Tronto, Amatrice, Serravalle, amplificando il rischio di un'opera pericolosa come questa»
...

Qualcuno lo definisce un “mostro” dal diametro di 1 metro e 20 centimetri, un serpente che parte dalla Puglia e arriva in Emilia Romagna. Passando anche per le zone terremotate, su tutti Amatrice, Serravalle, Castelsantangelo e, nel Piceno, Arquata del Tronto. Insomma, la zona appenninica, una di quelle a più alto rischio sismico d’Italia. Su questo argomento, che sembra passare sotto silenzio, hanno deciso di intervenire Rocco Vallorani, Gabriele Illuminati, Emidio Rossi e Giovanni Vagnoni, esponenti del comitato “No trivelle nel Piceno”.
«Il problema arriva in Puglia ma poi si dirige verso il Nord Italia con un mostro della Snam che si chiama metanodotto “Rete Adriatica” che è il proseguimento, lungo la dorsale appenninica, del TAP (Italia-Albania-Grecia) , che è a sua volta il proseguimento del TANAP (Turchia-Georgia-Azerbaijan). -spiegano- Un metanodotto di enormi dimensioni, un tubo con una lunghezza di 687 km che attraversa 10 Regioni lungo l’Appennino in zone altamente sismiche colpite da terremoti anche recenti, che di fatto amplifica il rischio di un’opera pericolosa come questa».
«Il progetto prevede anche la costruzione di una centrale di compressione e spinta, autorizzata a dicembre 2017, a Sulmona costituita da 3 turbine da 30MW di potenza termica ognuna, lavorerà bruciando gas ed emettendo ossidi di azoto, monossido di carbonio e nanoparticelle e rumore fino a 60 decibel, vicino al centro abitato Case Pente, in una zona sismica di primo grado a ridosso della faglia del monte Morrone. -proseguono dal comitato- Tale opera avrà un pesantissimo impatto ambientale sull’ambiente naturale, basti pensare che avrà un fronte di servitù di 40 metri, attraverserà 3 Parchi Nazionali e 21 aree protette, impatto anche sulle aree di interesse storico e archeologico e sulle attività economiche delle popolazioni».

Il percorso totale del metanodotto

«Il progetto è diviso in 5 lotti funzionali, quello che passa nella nostra provincia, ha ottenuto il parere positivo di impatto ambientale dal Ministero dell’Ambiente già dal 2012 ma ancora non ha ottenuto l’autorizzazione, forse a causa dei terremoti che in questi anni hanno pesantemente colpito quelle zone, ma anche per la forte opposizione delle comunità interessate e degli enti locali coinvolti. -concludono- Il tracciato di questo lotto attraverserà 3 crateri del sisma nei comuni di Amatrice, Arquata, Serravalle, Castelsantangelo e altri fortemente colpiti dal terremoto dello scorso anno. Senza dubbio si tratta di un’opera per soli fini commerciali, infatti, il gas importato dall’estero, attraverso il TAP (Trans Adriatic Pipeline) proveniente dall’Azerbaijan o da altri gasdotti internazionali, è destinato principalmente ad essere rivenduto ad altri paesi europei (l’Italia diventa un hub del gas). Tutto questo senza alcun vantaggio per le popolazioni residenti nelle aree di passaggio del metanodotto che al contrario avranno solo territori danneggiati e pericoli sotto i propri piedi».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X