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Cup, si è dimesso il presidente Achille Buonfigli: «Ruolo fondamentale per il territorio, ma viene ignorato»

ASCOLI - Una decisione definita irrevocabile, accompagnata da un appello: «Tutti gli enti ne prendano parte e lo supportino. Altrimenti si chiuda». Un'azione forte, in un momento in cui il Consorzio, che guida da 20 anni, risente fortemente di una contrazione della compagine sociale, a fronte di un'implementazione dell'offerta formativa
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Achille Buonfigli

 

di Maria Nerina Galiè

 

Si è dimesso il presidente del Consorzio Universitario piceno, Achille Buonfigli: un fulmine a ciel sereno all’interno dell’Ente che da vent’anni coordina le politiche universitarie sul territorio. Ma è ancor di più un segnale forte che lo stesso presidente ha voluto dare, per porre l’attenzione su una questione di fondo: «Il Cup ha un ruolo strategico che, però, non viene riconosciuto dal territorio stesso. Anzi, negli ultimi anni, abbiamo assistito al restringersi della compagine sociale e ad una contrazione organizzativa, a fronte di un incremento dell’offerta formativa di cui – dovrebbe essere inutile ribadirlo, ma sembra invece necessario – il Cup è stato protagonista».

 

La decisione definita irrevocabile dallo stesso Buonfigli è arrivata a ridosso dall’annuncio della nascita del corso universitario triennale in “Tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia”, dell’Università Politecnica delle Marche e che prenderà il via l’anno prossimo.

 

La notizia, attraverso un comunicato stampa, dove parlavano oltre al rettore Gianluca Gregori, il sindaco di Ascoli e gli assessori regionali. Nessun riferimento al Cup: «All’occhio dell’opinione pubblica – sottolinea il presidente – cosa è emerso dell’operato del Cup in questa importante ulteriore possibilità data al territorio?  Il Consorzio non è stato nominato, come a dire che non ha avuto alcun ruolo in quest’ultima “conquista” per il Piceno.

Ma attenzione, non è stata questa la causa delle mie dimissioni. E non ne faccio certo una questione personale. Quanto accaduto però ha rappresentato l’occasione che mi ha portato a scegliere di lasciare il Consorzio».

 

Il presidente, non ancora ex in quanto rimarrà in carica per gli affari correnti, fino a che l’assemblea non deciderà diversamente, afferma ancora: «Non lascio a cuor leggero. Sono molto dispiaciuto.

Guido il Cup da 20 anni e mi dispiace non poter portare a termine tutti i progetti messi in campo. 

E’ il momento di consolidare i risultati ottenuti, lavorare su infrastrutture e servizi, aggiungere corsi di laurea. Ma oggi, mi pare ovvio che non ci siano i presupposti».  

 

Su un punto Achille Buonfigli batte i pugni sul tavolo: «Il territorio, gli enti, ritengono che il Cup abbia ancora motivo di esistere? Credono nell’importanza del suo ruolo in campo formativo?

Se non è cosi, che venga chiuso.

In caso contrario, lancio un appello a tutti gli enti. Il Cup ha bisogno di essere supportato e sostenuto sia da un punto di vista economico che di risorse umane».

 

Ed ancora: «Dopo un drastico spending review, dovuto a difficoltà oggettive come terremoto e Covid, c’è bisogno che il Cup sia rilanciato e che si espanda sul territorio. Non essere nominati in un comunicato dove si annuncia un nuovo corso, certo non aiuta ad andare in questa direzione.

Bisogna rendersi conto che tutta la provincia ha una ricaduta positiva sull’implementazione dei percorsi formativi universitari. 

Ascoli non ha una sua Università. Qui operano quella di Camerino e Ancona. Nel tempo abbiamo portato avanti  anche tante attività con diversi altri atenei». 

 

Il Cup studia fabbisogni formativi, propone alle Università e promuove convenzioni. Si sovvenziona con i fondi elargiti dai Comuni che non hanno obbligo di consorziarsi. Ascoli rappresenta il 60%, poi ci sono San Benedetto e Folignano e l’Unione dei Comuni della Vallata.

 

«Abbiamo perso la Provincia e la Fondazione Carisap, come enti soci, per obblighi di legge. Sono usciti Offida e Spinetoli, perché coperti dalla presenza dell’Unione dei Comuni di cui fanno parte. Ma qui ci sono aspetti da perfezionare».

 

Parla di dimissioni irrevocabili. Se però verrà accolto il suo appello, potrebbe tornare sulla decisione?

«Allo stato dei fatti le dimissioni sono irrevocabili. Sarà poi l’assemblea a decidere».

 

Chiudere il Cup o rilanciarlo, quindi, presidente. Nel primo caso, chi espleterà le funzioni di coordinamento delle politiche universitarie sul territorio?

«Bella domanda. Non ho la risposta».

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