Ponte sull’Ancaranese, l’ironia per scongiurare il disagio: «Qua l’unico che lavora sono io»

In attesa di una soluzione, tra un disagio e l’altro, a spuntarla è l’ironia. Almeno ci facciamo una risata. Amara, dinanzi a rallentamento e code che, soprattutto nelle ore di punta, mandano all’aria la pazienza delle migliaia di automobilisti che vi si trovano a transitare.

Il cartello ironico sull’Ancaranese

Stiamo parlando di uno dei due punti sulla strada “Ancaranese“, a cavallo delle province di Ascoli e Teramo, tra i comuni di Castel di Lama e Ancarano, che ormai da quasi un anno non è transitabile impedendo, di fatto, la percorribilità a doppio senso. Per mesi rimasto off limits, con il vicino svincolo del raccordo autostradale chiuso in entrata, da dicembre l’installazione di un impianto semaforico ha sancito la piena percorribilità sull’altro ponte, ma a senso alternato.

Traffico sul ponte

Nel frattempo, dissidi tra i vari enti coinvolti (tra cui la Provincia di Teramo, oltre ai Comuni ed alla Provincia picena ed alla Soprintendenza) ma soprattutto problemi reiterati alla circolazione, in una zona tanto nodale quanto appunto trafficata, con la vicinanza alla zona industriale, alla Salaria ed alla strada “Bonifica”.

Insomma, in attesa che uno dei due ponti venga demolito e che parta l’atteso intervento di restyling, per cui sul piatto ci sono 7,6 milioni di euro, residenti e pendolari sembrano ormai a corto di pazienza. Mancanza che viene esternata anche attraverso un semplice ma efficace cartello: «Qua l’unico che lavora sono io». Parole immaginarie pronunciate dall’omino raffigurato sul segnale dei lavori in corso posto a bordo strada. Che, per ora, risultano tristemente vere. E ben poco rassicuranti.