Si può essere indagati e rinviati a giudizio per tentato abuso d’ufficio, favoreggiamento e omissione e, al tempo, stesso, essere insignito di una onorificenza da parte della Repubblica Italiana? Certo che si può. Tutti sanno, ma nessuno dice. Tutti sanno, ma il premio arriva lo stesso. Per lo stupore, poi, c’è sempre tempo. Anche se, vale la pena di ricordare, un’indagine non vale una condanna. Ma processo ci sarà. L’8 maggio del 2019, a Fermo, davanti al giudice Cesare Marziali.
Il comandante Possanzini
A finire sotto la lente è il comandante dei Carabinieri Forestali, Piero Possanzini, 64enne di Trasacco (L’Aquila) in servizio ad Ascoli. L’ufficiale è stato rinviato a giudizio per fatti avvenuti tra il 2015 e il 2017, che però Possanzini ha rimandato al mittente respingendo tutte le accuse. Tra gli episodi contestati, verbali “sospesi” per non danneggiare una ditta che trasportava rifiuti non pericolosi senza formulario. Ma anche il mancato intervento per il malfunzionamento del depuratore di Rapagnano (Fermo) che rischiava di inquinare le acque, su richiesta del sindaco Remigio Ceroni. Infine, la mancata denuncia di reati commessi da un residente e dei quali Possanzini era a conoscenza. Accuse di cui sarà il giudice a stabilire la veridicità, tra qualche mese.
Certo è che dopo il primo interrogatorio il comandante è stato rinviato a giudizio, siede ancora al proprio posto e…nella giornata del 5 dicembre è stato premiato in Prefettura, durante la consegna dei diplomi dell’ordine al merito della Repubblica, insieme a tante altre personalità. Sicuramente meritato il fregio, nessuno lo mette in dubbio, ma forse fuori luogo visto quanto sta accadendo intorno al militare?
Lu. Ca.
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