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Vescovo e sindaco,
supplica in Cattedrale:
«Sant’Emidio, proteggi
Ascoli e gli ascolani» (Le foto)

EMERGENZA CORONAVIRUS - Giovanni D'Ercole e Marco Fioravanti in Duomo, prima sull'altare centrale e poi nella cripta. Con loro solo don Alberto e Massimo Massetti presidente della Quintana. «Ti chiediamo umilmente di venire in nostro soccorso, veglia su di noi in questo momento di grande incertezza»
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Il sindaco Marco Fioravanti e il vescovo Giovanni D’Ercole davanti all’altra centrale del Duomo di Ascoli

di Andrea Ferretti

(fotoservizio di Andrea Vagnoni)

Puntualissmi, a mezzogiorno, hanno varcato la soglia del Duomo. Accompagnati dal suono delle campane di tutta la città, oggi venerdì 20 marzo, hanno fatto il loro ingresso nella Cattedrale di Sant’Emidio il vescovo Giovanni D’Ercole e il sindaco Marco Fioravanti. A debita distanza, come le norme impongono a tutti, seguiti di qualche metro da don Alberto e Massimo Massetti presidente del Consiglio degli Anziani della Quintana. Tutti con la mascherina di protezione. Nelle mani del vescovo un mazzo di fiori, in quelle del sindaco le chiavi della città di Ascoli. Nessun altro ad assistere a questa cerimonia, semplice e commovente, che ha preso il cuore di tutti coloro che l’hanno seguita in diretta Facebook, lo stesso canale che il primo cittadino utilizza ogni giorno per aggiornamenti e, soprattutto, raccomandare il rispetto delle norme di “Io resto a casa”.

I quattro hanno percorso la navata centrale per salire le scalinata e raggiungere l’altare principale della Cattedrale. «Sant’Emidio è il nostro patrono, ma non solo – ha detto il vescovo – ho ricevuto tanti messaggi da ascolani, ma anche da persone che vivono in altre parti d’Italia. Quella di Sant’Emidio è una grande presenza spirituale». «Quello che stiamo facendo è un gesto importante – ha aggiunto il sindaco – in un momento di grande emergenza». Fioravanti ha letto poi la preghiera che lui stesso ha scritto, ed ha anche rircordato brevemente le origini del culto di Sant’Emidio al quale nei secoli gli ascolani hanno più volte invocato la protezione contro terremoto, guerre e prestilenze.

Il sindaco, volgendo lo sguardo verso Massetti, ha sottolineato come «la Quintana rappresenta la sintesi tra il potere civico e religioso» e, rivolgendosi al patrono di Ascoli, ha aggiunto: «Ti chiediamo umilmente di venire in nostro soccorso, veglia su di noi in questo momento di grande incertezza». Fioravanti ha “raccomandato” a Sant’Emidio anche «chi fatica a rispettare le norme» senza dimentcare «malati, medici, infermieri e tutto il personale santario in prima linea, i ricercatori, le forze dell’ordine e tutti i lavoratori che stanno mettendo a repentaglio la propria vita per gli altri, i bambini, gl anziani e le vittime. Sant’Emidio, liberaci da questa epidemia – ha concluso – e proteggi Ascoli e gli ascolani».

Poi sindaco, vescovo, don Alberto e Massetti sono scesi nella cripta. Qui Fioravanti ha consegnato le chiavi di Ascoli a monsignor D’Ercole che le ha deposte sull’altare più amato dagli ascolani. «Sant’Emidio – ha concluso il vescovo prima della benedizione – proteggi la città e la Diocesi, la tua vicinanza è conforto per la salute fisica e spirituale».

LA FOTOGALLERY DI ANDREA VAGNONI


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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