Capodacqua distrutta, diventata uno dei simboli del terremoto del 2016
I tecnici coinvolti sono pronti a dimettersi da ogni incarico».
Tutti continuano a domandarsi perché la ricostruzione non decolla ma nessun Governo è pronto a dare risposte.
Nell’ultima modifica al decreto 189, avvenuta alla fine dello scorso anno, sulla ricostruzione si è spacciata come “semplificazione” l’eliminazione delle attività istruttorie degli Uffici Speciali della Ricostruzione, richiedendo la “certificazione” dei progetti ai tecnici senza prevedere un maggior compenso a fronte delle maggiori responsabilità, un problema che poteva essere risolto con uno degli emendamenti non accolto.
Abbiamo subito anche questa decisione e continuiamo ad operare, però deve essere chiaro che neanche un elaborato è stato eliminato dall’elenco di quelli minimi, anzi c’è stato un ulteriore aggravio.
Se si vuole che la situazione si trascini ancora, invece di correre come dovrebbe, si continui pure così, alimentando burocrazia, senza dare stabilità e poteri alla struttura commissariale, assegnandoci responsabilità e facendoci lavora senza un equo compenso.
Non si vuole ascoltare i tecnici?
Non ci rimane che rinunciare agli incarichi. Ci pensi il Governo a risolvere anche questo ulteriore problema.
Serve una svolta definitiva, non lo chiediamo per noi, lo chiediamo per le popolazioni e per i territori che stanno subendo un aumento dei danni che sono già ora ben superiori a quelli prodotti dal sisma».
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