di Luca Capponi
I nomi delle 52 vittime, il vuoto nel cuore, le macerie non solo intorno, ma nell’anima. Quattro anni dopo, ancora. Sempre. Arquata ricorda le sue vittime, nel momento che portò via anche Amatrice e Accumoli. Alle 3,36. Magnitudo 6.0 e 299 vittime.
E’ il giorno del ricordo, di istanti che rimarranno, purtroppo, indelebili nella mente di tutti.
Quest’anno niente fiaccolata notturna a causa dell’emergenza Covid, ma doppia celebrazione a Pescara del Tronto, la frazione che ha pagato il prezzo più alto in termini di vite umane. La seconda si terrà oggi, 24 agosto, alle 18,30 nella zona Sae con la messa celebrata dal parroco don Nazzareno Gaspari.
Ieri, al parco di Pescara, la prima, composta e discreta, ha visto la partecipazione di tanti arquatani, dei molti che in quei maledetti 20 secondi persero tutto. Oltre alla messa celebrata del vescovo Giovanni D’Ercole, la sentita commemorazione di chi non c’è più. Anche e soprattutto per loro, qui, si va avanti e si tiene duro. Nonostante tutto.
C’è voluto essere anche il sindaco Aleandro Petrucci, nonostante le precarie condizioni di salute post ricovero ospedaliero, affiancato dal vice Michele Franchi. Tra gli altri, presenti anche il commissario per la ricostruzione Giovanni Legnini e il presidente della Regione Luca Ceriscioli, il prefetto Rita Stentella e tanti rappresentanti delle forze dell’ordine oltre che del mondo istituzionale, compreso il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti.
Oltre a questo, poco c’è da aggiungere. Se non l’amara constatazione, semplicistica forse, retorica ma dannatemente vera, che nel centro Italia poco o nulla è cambiato dal giorno che ha cambiato tutto.
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