Sono le imprese a conduzione femminile a “resistere” – nelle Marche – all’emergenza economica, diretta conseguenza di quella sanitaria legata alla pandemia da Coronavirus.
Lo evidenziano i dati del Centro studi della Cna delle Marche elaborati per la Cna territoriale di Ascoli.
Nel complessivo di un anno difficilissimo, il 2020, il calo delle imprese non è purtroppo un dato che stupisce.
Nel Piceno, però, fra le speranze per il futuro ci sono le imprese “in rosa”.
Sono 355 le imprese femminili diminuite nelle Marche tra il 2019 e il 2020, il primo della pandemia.
Il dato negativo però risulta essere inferiore dell’1% rispetto al 2019.
Si tratta di una perdita più intensa di quella subita dal tessuto complessivo delle imprese nella regione (-0,8%) e non generalizzata a tutte le aree provinciali delle Marche.
Il divario a sfavore delle imprese femminili (la maggiore perdita nel corso del 2020) è sensibilmente più marcato per la provincia di Ancona (-1,8% contro -1,3%), mentre nel Piceno è ridotto.
I dati della Cna dicono, infatti, che il un calo complessivo, fra il 2019 e il 2020, i dati della provincia danno un meno 0,4 per cento in ordine generale e un meno 0,2 per cento a quelle a conduzione femminile.
Nel territorio, rispetto ai dati di tutta la regione, inoltre, quella Picena è l’unica provincia che registra un sia pur risicato aumento delle imprese fatte da donne che si sono iscritte all’Albo artigiani della Camera di commercio.
«Posso affermare – a parlare è Arianna Trillini, presidente vicario della Cna Picena e titolare di un’impresa artigiana ascolana al femminile – che la volontà delle donne di uscire dalla crisi non soccombe al sacrificio, anche economico, che devono affrontare.
Forse per un retaggio culturale che ci portiamo dietro da sempre.
Il regalo più bello che come associazione possiamo fare alle donne, e non solo l’8 marzo, riguarda l’attivazione di politiche più incisive finalizzate all’ingresso nel mondo del lavoro.
In particolare della categoria over 30, nel pieno della vita lavorativa eppure, in questo periodo, con grande difficoltà a ricollocarsi.
Basti dire che per 50 borse lavoro messe a disposizione per queste donne, al bando hanno risposto in oltre 150.
Anche questo farà la differenza nel difficile e incerto disegno per il futuro».
«Innanzitutto va letta la tipologia delle imprese che più resistono – precisa Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno – nel senso che i servizi alla comunità e alla persona hanno dimostrato che c’è bisogno di loro e quindi, a parte le importantissime implicazioni sociali e umane, statisticamente e freddamente il mercato le ha premiate, per quel poco che i tempi che viviamo è possibile.
Ma come Cna Picena ribadiamo che di freddo e di numeri c’è davvero poco, perché dietro questi dati ci sono persone che lavorano, danno lavoro e offrono servizi importanti per le famiglie, le persone e le altre imprese.
E’ un messaggio importante per l’8 marzo. I piccoli e piccolissimi, come le imprese al femminile, sono sul campo e non mollano, anche se non sempre sono loro nella lista prioritaria di chi riceve aiuti e sostegno».
«Questi dati e queste considerazioni – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna Picena – valgono per il piccolo artigianato, come per il commercio di prossimità e per le donne, che riescono a coniugare lavoro e cura della famiglia.
Un segnale da non lasciare cadere nel vuoto a tutti i livelli istituzionali e per tutte le iniziative legislative a venire, e ci auguriamo sempre più di supporto, da ora al prossimo futuro».
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