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Crisi idrica: «Lotta allo spreco?
Gratis i primi 50 litri, pari
al consumo minimo giornaliero»

ACQUA - A proporlo i senatori Mauro Coltorti e Giorgio Fede, in ragione del fatto che dopo il sisma, con l'azzeramento delle bollette, l'utilizzo è aumentato del 300%. Poi ancora: «Blandi i controlli sull'uso indiscriminato». «Attenzione all'apertura di nuove captazioni»
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Sulla preoccupante penuria di acqua intervengono anche i senatori Mauro Coltorti e Giorgio Fede. E lo fanno, prima,  mettendo in evidenza lo spreco che si è fatto della risorsa idrica proprio nel periodo post sisma, quando cioè le bollette sono state azzerate: «Nelle aree terremotate, a seguito del sisma, è stato azzerato il costo delle bollette e purtroppo quando un bene è gratis le persone non lo valorizzano e spesso ne abusano. I consumi sono saliti anche del 300% e l’acqua è ora razionalizzata.

E’ evidente che come in ogni luogo del pianeta ci sono sia persone parsimoniose che sprecone».

Poi avanzando una proposta che definiscono “provocatoria”: «Il consumo minimo di acqua giornaliera è stato calcolato in 50 litri pro capite (minimo vitale) e sulla base di questa valutazione si potrebbe pensare di azzerare la bolletta per i primi 50 litri e di tornare a renderla a pagamento per i successivi.

E’ una proposta provocatoria, e magari si potrebbe aumentare il quantitativo gratuito lasciando questa decisione al gestore sulla base dei consumi medi pre-sisma, ma le persone devono imparare ad apprezzare le cose preziose che hanno. Non a caso l’acqua è chiamata l’oro blu».

I senatori Coltorti e Fede hanno anche fatto una riflessione sugli interventi in programma per risolvere il grave problema: «Nell’ascolano e nel fermano le autorità sono intervenute per vietare un uso indiscriminato ma è noto che i controlli sono spesso blandi e non raggiungono gli effetti desiderati».

I danni del sisma alla rete idrica

Poi ancora sull’apertura di nuove captazioni: «Siamo alla fine dell’estate, di una estate particolarmente torrida preceduta da inverni miti e poco piovosi o nevosi. L’acqua è razionata e di notte, dalle 22 alle 6, in molte località del Piceno il servizio idrico viene interrotto. Ci sono progetti in essere per creare sia un nuovo acquedotto antisismico nell’ascolano-fermano che una mega rete di accumulo e distribuzione che giunga sino alla parte meridionale della provincia di Ancona.

Il primo avrebbe dovuto essere pronto per il 2025 ma è noto che le opere in Italia impiegano quasi sempre più tempo e denaro di quanto non venga dichiarato all’inizio.

Per la mega rete i tempi sono ancora più dilatati.

E per far fronte alla crisi idrica si propongono altre captazioni magari non conoscendo i più basilari principi della geologia. Gli acquiferi che alimentano i fiumi delle Marche meridionali appartengono infatti ad un gigantesco serbatoio che corrisponde all’Appennino calcareo che dai Monti Sibillini prosegue verso nord sin quasi al limite della regione.

L’acqua è contenuta nei pori e soprattutto nelle fratture delle rocce e la direzione di scorrimento è principalmente verso nord. Le acque, anche quelle dei Sibillini, fuoriescono principalmente dalla sorgente di Gorgovivo, lungo il medio fiume Esino, dove alimentano il principale acquedotto delle Marche centrali.

L’apertura di nuove captazioni andrebbe dunque attentamente valutata ricordando che l’acqua è una risorsa finita e che captando ulteriore risorsa in un punto si potrebbe diminuire l’afflusso in altre zone».

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