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Campionato 1971-1972, la svolta: il derby di andata

DICIANNOVESIMA puntata della rubrica di Cronache Picene "Ascoli e Sambenedettese, un secolo di rivalità". Storie di sport, ma non solo
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Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Oltre alla rivalità sportiva, talvolta becera, c’è di più. Ci sono realtà figlie di passati gloriosi, che ai due centri hanno conferito prestigio. Ci sono state persone, popoli, storie e culture diverse, di pari dignità, separate solo da una manciata di chilometri, da conoscere, raccontare e tramandare. Accomunate, tutte, da un “eroismo” straordinario, che nessun astio, fazioso e municipalistico, può e deve cancellare. Di cui andare, tutti insieme, indistintamente, orgogliosi. L’amore cieco e sordo per il proprio campanile, il fanatismo che, in ogni campo, tutto avvelena, rischiano di farci ignorare, sia sotto il Torrione che in Piazza del Popolo, il meglio che, su entrambe le sponde, nei più diversi campi, con valore, sacrificio e abnegazione, durante lo scorrere degli ultimi secoli le nostre genti sono riuscite a costruire. A puntate, su Cronache Picene, racconteremo senza presunzione la Storia dei due centri. Sportiva e non. Scritta dai grandi personaggi del passato, soprattutto quelli meno celebri, da tramandare ai più giovani, e ai posteri, spesso ignari. Attraverso le glorie e le infamie, i fasti e le tragedie. Le pagine più esaltanti e i giorni più neri. Senza partigianerie e autoincensamenti di sorta. Senza sconti, che la Storia non può concedere a nessuno. Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Non più cugine invidiose e malevoli. Ma sorelle unite. E regine, entrambe, del Piceno e delle Marche. Non solo sui campi di calcio.

 

Il Presidentissimo Costantino Rozzi

PUNTATA n. 19

 

Costantino Rozzi assume la presidenza dell’Ascoli, come detto, nel 1968. Di calcio non sa praticamente niente, però è un vincente, un predestinato, un trascinatore. Nel mondo imprenditoriale con la sua impresa, che diventerà un colosso nazionale nel settore delle grandi costruzioni edili e autostradali e, ora, con la squadra della sua città, che porterà dalla serie C fino in serie A nel breve volgere di quattro stagioni. E’ appassionato, vulcanico e visionario. Chi lo ascolta dichiarare che lui l’Ascoli la manterrà in serie A per i suoi figli e per i figli dei suoi figli, sorride di fronte alla sua compassionevole illusione. Invece ci andrà molto vicino.

Madame Simone Del Duca

E’ Costantino Rozzi il primo artefice del “miracolo Ascoli”. Il secondo è Carlo Mazzone. Una accoppiata vincente che porterà, in due riprese nell’arco di dieci stagioni, l’Ascoli nella storia del calcio italiano. Rozzi dà fiducia all’ex giocatore e capitano, che chiude la sua carriera di giocatore, come già ricordato in precedenza, in seguito ad un grave infortunio di gioco patito proprio durante un derby contro la Sambenedettese. Nel 1971 le storiche e bellissime vie di Ascoli, ancora semisconosciute ai più, diventano il set naturale di una pellicola cinematografica di grande successo, “Alfredo Alfredo”, firmato da Pietro Germi. Negli angoli più caratteristici della città si succedono i ciak che vedono protagonisti Dustin Hoffmann e Stefania Sandrelli.

Il 7 marzo di quel 1971, sesta giornata del girone di ritorno, il derby giocato al “Ballarin”, con il solito tutto esaurito sugli spalti, verrà ricordato anche per una, inusuale per la zona, abbondante nevicata che imbianca lo stadio per tutta la durata della gara. L’intervallo viene addirittura prolungato di quindici minuti per consentire agli addetti di spalare almeno le aree di porta. L’Ascoli è già sotto di un gol, segnato da Carnevali al 24° del primo tempo. I bianconeri sono stati subito puniti, alla prima incertezza difensiva, dopo un pur autorevole avvio. Nella ripresa sempre sotto la fitta ed ininterrotta nevicata, arriva subito, al 3°, il raddoppio di Caposciutti che chiude la gara. L’espulsione di Bertarelli, decretata dall’arbitro fiorentino Ciacci nove minuti più tardi per un fallo di reazione, stronca le residue velleità dell’Ascoli di poter riuscire a rimontare il passivo. Anzi, la squadra di Mazzone sarà anche fortunata nel riuscire a contenere le dimensioni del punteggio finale.

Marzo 1971: derby sotto la neve

La formazione della Samb, che quel giorno scende in campo sotto la eccezionale nevicata, va ricordata soprattutto perchè è stata l’ultima a vincere, fino ad oggi, un derby contro l’Ascoli. Faccenda aveva schierato Grassi, Frigeri, Catto, Beni, Marchini, Della Pietra, Mongardi, Rasi (poi Caposciutti), Antonioli, Carnevali. Quella Samb chiuderà la stagione al terzo posto. L’Ascoli subito dietro, al quarto, staccata di tre punti. La stagione successiva, 71/72, segna però la svolta storica. In ottobre la vedova dell’editore e mecenate piceno Cino Del Duca, madame Simone, ufficializza, dopo un incontro a Milano con il sindaco Orlini e il presidente Rozzi, il cambio, dopo diciassette anni, del nome della squadra bianconera da Del Duca Ascoli in Ascoli Calcio 1898.

Il derby Samb-Ascoli del 1971: al centro del “Ballarin” Rozzi e Mazzone

Saluta signorilmente, madame Simone, come sempre, staccando l’ultimo, cospicuo, assegno per le casse di Corso Vittorio. I fratelli Del Duca avevano salvato, come visto nelle puntate precedenti, la società dal fallimento dopo la stagione 54/55, quando aveva toccato il punto più basso della sua storia retrocedendo in Promozione Regionale, e rischiando lo spauracchio della scomparsa dal panorama calcistico nazionale. Ora però la musica è decisamente cambiata. L’Ascoli sta veleggiando, per la prima volta, solitaria, in testa alla classifica del suo girone di serie C. Domenica 31 ottobre 1971. Ottava giornata di andata nel girone B di serie C. L’Ascoli scende da imbattuto capolista al “Ballarin” dove ha raccolto solo un punto, segnando un solo gol, negli ultimi dieci derby disputati in serie C nel dopoguerra.

Piero Persico portiere di entrambe le squadre e poi diventato grande preparatore di numeri uno

Sconfitto nove volte su dieci dunque, con diciassette gol subiti. Il derby al “Ballarin” per l’Ascoli rappresenta, insomma, un vero e proprio, inviolabile, un tabù. Un appuntamento che la consolidata, avversa tradizione, abbina a sconfitta certa. Carlo Mazzone, che conosce bene il clima di quel derby, per averlo vissuto più volte da giocatore, porta la squadra in ritiro in un albergo di Teramo. La Samb di Natale Faccenda, che verrà sostituito da Piero Persico sul finire della stagione, ha perso solo una volta, al secondo turno sul terreno della Massese, ed è in serie positiva da cinque gare. Persico, un ex portiere anche dell’Ascoli negli anni 50 e 60, sarà negli anni successivi un preparatore di portieri di altissimo livello, plasmando dopo Grassi e Patregnani, grandi campioni fra i pali come Tancredi, Martina, Tacconi e Walter Zenga. Torniamo al derby di quel giorno. Assordante il tifo rossoblù al “Ballarin”. Sparuta la rappresentanza ascolana al seguito, anche per via dei prezzi esorbitanti dei biglietti, record per la categoria, imposti al botteghino dalla Samb.

Ascoli 1971-72

Esordio stagionale (sotto tono) del rinforzo Alfiero Caposciutti, appena ritornato alla Samb e ancora a corto di preparazione. Una presenza in campo la sua, dalla tempistica molto sospetta, e, forse, volutamente provocatoria. Quasi a voler agitare, è almeno questa la spiacevole impressione, si spera infondata, lo spauracchio collegato, a torto o a ragione, con un evento tragico che aveva causato la morte in campo di un giocatore dell’Ascoli appena sei anni prima. Una ferita ancora fresca, e che non si rimarginerà mai. Ad arbitrare il super derby viene chiamato un big dalla serie A, Panzino di Catanzaro. Le formazioni. Sambenedettese schierata da Natale Faccenda con Violo, Catto, Pilone, Bovari, Beni, Anzuini, Ripa, Carnevali, Caposciutti, Antonioli, Montanari. Carlo Mazzone ripropone la sua Del Duca in formazione tipo: Masoni, Vezzoso, Schicchi, Pagani, Castoldi, Minigutti, Colombini, Vivani, Bertarelli, Gola, Campanini. La Samb non osa, o non riesce ad osare, più di tanto. Le due formazioni si temono, e non rischiano più di tanto.

Samb 1970-71

La Del Duca si limita a controllare la gara senza affanni. Il pareggio finale accontenta tutti. Soprattutto gli ascolani, che, al “Ballarin”, fino a quel giorno, avevano raccolto, come detto fra poco e niente. Quando la notizia rimbalza, via radio, in Ascoli, i tifosi, rimasti in maggioranza a casa, scendono in strada in corteo a festeggiare. Le auto, con le bandiere bianconere al vento fuori dai finestrini, suonano i clacson. Al rientro della squadra in città, i giocatori vengono portati in trionfo sotto la sede sociale in Corso Vittorio Emanuele. Nessuno può saperlo ancora, ma quel pareggio a reti bianche al “Ballarin” costituisce una svolta che si rivelerà di dimensione epocale. L’Ascoli non perderà mai più contro la Sambenedettese.

L’Ascoli 1971-72

 

L’immagine simbolo dei rimi successi di Rozzi e Mazzone con l’Ascoli

 

(continua)


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