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Direttore dell’Ufficio Ricostruzione: «La Regione dovrà pagare il ricorsista, ma la nomina non è annullata»

SISMA - La sentenza del Tar parla di un 5% della retribuzione che gli spetta dal suo incarico da assegnare al dirigente che ha presentato l'istanza. I deputati dem Augusto Curti, Irene Manzi e Francesco Verducci: «Per rispetto dei terremotati è necessario operare con equilibrio, trasparenza ed osservando le regole»
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«La Regione dovrà pagare al dirigente che ha presentato il ricorso il 5% della sua retribuzione di posizione per tutto il periodo di durata dell’incarico di “direzione dell’Ufficio Speciale della Ricostruzione”», così nella sentenza il giudice del Tar Marche Andrea De Sabbata dopo il ricorso del dirigente che si era candidato per il ruolo e aveva poi fatto ricorso dopo l’assegnazione dell’incarico a Marco Trovarelli.

 

Una sentenza, quella del Tar, che ritiene fondato il ricorso e obbliga la Regione a pagare il dirigente in ruolo ma che non rende nulla ma “annullabile” la nomina di Trovarelli. «Non si ritiene peraltro che la nomina debba considerarsi nulla – dice la sentenza -, laddove (se la nullità non è prevista espressamente dalla legge) unicamente la violazione di norme inderogabili concernenti la validità del contratto è suscettibile di determinare la nullità del contratto e non già la violazione di norme, anch’esse imperative, riguardanti il comportamento dei contraenti».

 

Irene-Manzi

La deputata Irene Manzi

A sollevare il caso con una interrogazione era stato ieri Fabrizio Cesetti, consigliere del Pd ed ex assessore regionale, affiancato da Maurizio Mangialardi. Oggi intervengono, sulla stessa linea, i parlamentari dem Augusto Curti, Irene Manzi e Francesco Verducci.

 

«Il giudice – scrivono – ha ribadito il principio in base al quale la giunta avrebbe dovuto avviare una selezione tra i dirigenti regionali attualmente in organico. Crediamo che, per il governo della Regione, la sentenza rappresenti motivo di forte imbarazzo e non necessiti di ulteriori commenti. Questo fatto però, oltre le responsabilità specifiche, fornisce lo spunto per una riflessione di più ampio respiro. Perché un certo tipo di azioni, intervenendo sul settore sensibile della ricostruzione, terminano necessariamente per destabilizzare le comunità interessate. A nostro avviso, anche per rispetto delle popolazioni terremotate, è necessario operare con equilibrio, trasparenza ed osservando le regole. Questa vicenda si somma ad altre situazioni già oggetto di esposti e interrogazioni a vari livelli. Un esempio è l’increscioso caso del Cis Sisma di Sarnano. Chiediamo dunque al governo regionale, anche alla luce del riproporsi di episodi di una certa opacità, di mettere in campo tutte le misure necessarie, a tutela delle comunità colpite dal sisma».

 

(redazione CM)


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