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Torneo storico “Ascoli Città della Quintana”, il bilancio di Angelo De Angelis: «Manifestazione importante, da replicare con costanza»

ASCOLI - Il decano dei cavalieri della Quintana, protagonista al Campo dei Giochi con tre vittorie e poi come direttore della pista, esprime un giudizio positivo sul primo evento promosso per celebrare il Settantennale della Giostra. Cavalieri giostranti promossi per talento e passione, doti da coltivare nel tempo con la giusta formazione e più occasioni per mettersi in mostra
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di Federico Ameli

 

È trascorsa una settimana dall’inedita doppia sfida al bersaglio e all’anello andata in scena al Campo dei Giochi di Ascoli in occasione della prima edizione del Torneo storico “Ascoli Città della Quintana”. Se per i cavalieri scesi in campo allo “Squarcia”, tra piacevoli conferme e qualche interessante novità, è ormai indubbiamente tempo di bilanci in vista delle prossime Giostre, a fare il punto sullo spettacolo offerto dalla competizione che ha aperto ufficialmente l’edizione del Settantennale è anche uno dei primi grandi protagonisti della Quintana di Ascoli.

Angelo De Angelis oggi

 

Con tre Palii in bacheca, un record della pista (per quell’epoca) e oltre vent’anni di direzione tecnica della Giostra al vecchio Squarcia, il parere di Angelo De Angelis – storico cavaliere romano ma ascolano d’adozione dal lontano 1959, quando insieme a Soraya legò indissolubilmente il suo nome alla Giostra della Quintana e ai colori della Piazzarola – resta uno dei più autorevoli del panorama cittadino, e non solo.

 

Nonostante il meteo incerto, il decano dei cavalieri della Quintana non poteva certo mancare sugli spalti mentre i due Lorenzo, Melosso e Savini, ricevevano il premio dalle mani del presidente del Consiglio degli Anziani Massimo Massetti, uno dei principali artefici delle iniziative promosse per celebrare l’anniversario quintanaro.

 

Per una Giostra che guarda al futuro, l’esperienza e l’occhio attento e curioso di Angelo De Angelis possono offrire spunti preziosi per la crescita del movimento quintanaro e dei suoi protagonisti.

Lorenzo Savini e Lorenzo Melosso premiati da Massimo Massetti

 

«Rivolgo il mio plauso al presidente Massetti e alla Quintana per aver messo in piedi una manifestazione importante e di livello – dichiara Angelo – abbiamo visto all’opera dei cavalieri giovani e interessanti sia nell’anello che nel saraceno.

 

Siamo di fronte a dei ragazzi con grande passione e grande voglia di emergere, ma che tuttavia per esprimersi al meglio hanno bisogno di aiuto e di formazione nello stare in sella, nella conoscenza del cavallo, nell’impugnatura della lancia, come dimostrano i diversi 80 al bersaglio, nel raggiungere un equilibrio a cavallo e nel rapporto tra mani e gambe. La pista dello Squarcia impone ai cavalli di dover contare sull’aiuto dei propri cavalieri. Non bisogna infatti dimenticare che, non potendo distendersi se non per venti, trenta metri, i cavalli hanno bisogno di essere richiamati in maniera adeguata per poter girare».

Angelo De Angelis in sella a Soraya

 

Da direttore di pista di lungo corso, De Angelis si sofferma anche sulle condizioni del terreno in vista della prossima estate e sulle potenzialità di una manifestazione che, se replicata con costanza, sembra in grado di garantire benefici a tutti i suoi protagonisti.

 

«È necessario promuovere manifestazioni di questo genere, anche con cadenza mensile – sostiene Angelo De Angelis – in questo modo il Campo dei Giochi potrebbe davvero diventare una palestra per le Quintane, sia al bersaglio che all’anello, consentendo da un lato ai giovani di fare pratica e di dar seguito a quanto messo in evidenza finora e, dall’altro, al terreno di trovarsi in perfette condizioni per le Giostre di luglio e agosto.

 

Dagli spalti, in occasione del Torneo storico, si avvertiva distintamente il rumore del galoppo dei cavalli, indice di un fondo non ancora battuto come nelle ultime Quintane. Lavorandoci mensilmente in occasione di manifestazioni come questa, sono certo che anche il terreno potrà assestarsi e mettere cavalli e cavalieri nelle migliori condizioni per esprimersi».

 

Dopo una vita trascorsa a cavallo, De Angelis rivolge un consiglio prezioso alla nuova generazione di cavalieri, chiamata a coinvolgere sempre più sestieranti e appassionati nelle future edizioni.

 

«Possiamo contare su dei ragazzi che promettono bene e che invito a restare con i piedi per terra, senza sentirsi arrivati dopo le prime buone prove. Questi cavalieri – la conclusione di Angelo De Angelis – hanno bisogno di suggerimenti e assistenza per poter crescere al meglio, sia nell’assalto al Saraceno che nell’anello, ma la base di partenza è indubbiamente buona».

 

Quintana 1960, il saluto dei cavalieri. Da sinistra: Marcello Formica (Porta Solestà), Luigi Civita (Porta Romana), Ernesto Maltempi (Porta Maggiore), Eugenio Santoni (Sant’Emidio), Angelo De Angelis (Piazzarola), Giovanni Castelli (Porta Tufilla)

 

Lorenzo Melosso e Lorenzo Savini si aggiudicano il Torneo storico “Ascoli Città della Quintana”

L’equitazione secondo Angelo De Angelis: l’amore per i cavalli e la Quintana, di ieri e di domani



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