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Harry Shindler, ad Anzio una mostra dedicata al “Cacciatore di ricordi” e sambenedettese onorario

IL VETERANO britannico ricordato con una mostra contenente gran parte del suo archivio al "Museo dello Sbarco di Anzio". Morto un anno fa, era vissuto per decenni a San Benedetto, dove aveva ottenuto la cittadinanza onoraria nel 2015. Celebri le sue ricerche sui caduti inglesi in Italia durante la guerra, tra cui il padre dell'ex Pink Floyd Roger Waters
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Harry Shindler, il manifesto della mostra del Museo dello Sbarco di Anzio

 

di Pier Paolo Flammini

 

In occasione dell’80° anniversario dello Sbarco Anglo-Americano del 22 gennaio 1944, il Centro Ricerche e Documentazione dello Sbarco e della Battaglia di Anzio ha dedicato una mostra a Harry Shindler, il veterano britannico sbarcato all’età di 23 anni con i Royal Electrical and Mechanical Engineers (REME) inquadrati nel battaglione Sherwood Foresters. Il veterano era un membro onorario del Museo dello sbarco di Anzio e grande amico della città.

 

Harry Shindler si era poi stabilito a San Benedetto con la moglie italiana, e da decenni risiedeva a Porto d’Ascoli, dove è morto il 21 febbraio 2023, all’età di 101 anni (era l’ultimo veterano dello Sbarco di Anzio, clicca qui). La città gli aveva conferito la cittadinanza onoraria nel 2015, e Shindler era stato un punto di riferimento, oltre che per le ricerche sui veterani inglesi morti nella Seconda Guerra Mondiale, tanto da essere definito “Il cacciatore di ricordi“, anche per molte battaglie civili.

 

Mostra su Harry Shindler, nel riquadro televisivo, ad Anzio

Alcuni suoi interventi ottenevano un’eco nelle pagine nazionali dei quotidiani sia in Italia che in Gran Bretagna. Notevoli e frequenti le sue partecipazioni a incontri scolastici (clicca qui, uno degli ultimi, nel 2022), molto frequentati, in cui manifestava il suo pacifismo. Shindler era anche un punto di riferimento delle comunità inglesi presenti nel Centro Italia.

 

 

Come presidente in Italia della “Italy Star Association 1943 – 45“, associazione di veterani britannici, per tutta la sua vita si dedicò a mantenere alta l’attenzione – soprattutto dei giovani – sull’importanza della pace e della democrazia, oltre che della tutela civile diritti e doveri. Per questo è stato insignito dell’ MBE (Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico) dalla Regina Elisabetta II.

 

Harry Shindler, Museo dello Sbarco di Anzio

Dopo la sua scomparsa il figlio Maurizio e la famiglia hanno donato al Museo dello Sbarco di Anzio parte del suo cospicuo Archivio costituito da lettere, documenti, contatti con governi e parlamentari italiani, britannici ed europei, ambasciate di varie nazioni, sindaci, associazioni di ex combattenti, Anpi, Associazione Partigiani Italiani e tante famiglie di militari dispersi in guerra che cercavano – decenni dopo – qualche notizia dei loro parenti.

 

Shindler rintracciò anche il luogo dove morì il padre di Roger Waters, bassista, cantante e autore di molti testi del gruppo rock britannico Pink Floyd. Il sottotenente Eric Fletcher Waters, che sbarcò ad Anzio, fu dato per disperso. Shindler ricostruì che ciò avvenne in una terribile battaglia, poche settimane dopo, nell’entroterra di Aprilia. Al figlio Roger è stata concessa la cittadinanza onoraria dal Comune di Anzio. Tra Waters e Shindler nacque anche una importante amicizia (clicca qui).

 

Molti di questi eventi sono riportati nel libro di Shindler “La mia guerra non è finita. Storia del soldato inglese che dà pace alla memoria” scritto con il giornalista Marco Patucchi e successivamente pubblicato anche nel Regno Unito.

 

Contrario alla Brexit, l’ultima battaglia, vinta, di Harry Shindler è stata quella per ripristinare il diritto di voto ai cittadini britannici che vivono all’estero da più di 15 anni, riuscendo a far approvare una legge dal Parlamento britannico.

LA MOSTRA – La Mostra presenta una esigua parte, selezionata, dei documenti del “fondo Shindler” su cinque percorsi:

 

– “Harry Shindler: il legame con Anzio” molto forte dato che diceva sempre di sentirsi a “casa sua” quando si recava nella città dello Sbarco.

 

– “I “casi”: alla ricerca di nomi, luoghi, storie di soldati in guerra“, con la sua ricerca instancabile di un indizio o un riscontro per poter ricostruire vicende e dare supporto alle famiglie di militari dispersi nella II guerra mondiale.

 

– “Il ricordo attraverso i Monumenti“, in particolare il primo monumento ai Liberatori della capitale italiana realizzato, come chiedeva, a piazza Venezia.

 

– “La mia guerra non è finita“: riguarda il suo libro, scritto insieme a Marco Patucchi, sui tanti casi seguiti di soldati dispersi.

Infine sprazzi dei tanti “Riconoscimenti e Compleanni”. In primis il conferimento dello MBE (Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico) da parte della Regina Elisabetta II. Ma anche la cittadinanza onoraria di San Benedetto del Tronto o l’essere per il Guardian fra i 50 britannici dell’anno 2015.


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