Ricci: «Economia ferma e Zes un bluff. Con internazionalizzazione, innovazione e buon lavoro rilanceremo le Marche»

REGIONALI - Cultura, turismo e università al centro: «Vogliamo diventare la regione con la più alta qualità della vita in Europa». Poi ancora: «Chiuderemo l’Atim e useremo quei soldi per le aree interne e per scommettere sul tema del buon vivere»
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Matteo Ricci (foto Giorgi)

«L’economia delle Marche è ferma, purtroppo ce l’ha detto prima Bankitalia, poi la Svimez e adesso anche Confindustria. È ferma nonostante 20 miliardi di investimenti (14 miliardi del terremoto messi dai governi precedenti e circa 6 miliardi del Pnrr al quale loro hanno votato contro in Europa). Per questo bisogna dare una svolta con una visione chiara per l’economia, le imprese e il lavoro», così Matteo Ricci, europarlamentare Pd e candidato alla presidenza della Regione Marche.

Ricci individua tre assi strategici per il rilancio: «Internazionalizzazione, innovazione e buon lavoro. Sono questi i tre filoni sui quali vogliamo puntare. Per l’internazionalizzazione stanzieremo subito un fondo di 10 milioni di euro per aiutare le imprese a creare nuovi mercati, così da contrastare il 15% di dazi imposti da Trump. Sull’innovazione vogliamo diventare regione leader in Europa nell’applicazione dell’intelligenza artificiale alla manifattura, aiutando le imprese a investire anche sulla sostenibilità dei prodotti e sulla qualità del lavoro».

Critico invece sulla Zes: «È un bluff, non è la zona economica speciale ma la zona elettorale speciale. Non c’è un euro stanziato per le Marche, è un disegno di legge che richiederà mesi per entrare in vigore e mancano più della metà dei comuni marchigiani. Da un lato ci sono proposte serie, dall’altro spot elettorali. Noi stiamo sulla serietà, lasciamo agli altri la finzione».

Accanto alla visione economica, Ricci rivendica una strategia culturale e sociale: «Penso che con la cultura si viva meglio, ma nelle Marche dobbiamo abbinarla a una parola fondamentale: responsabilità. Siamo la regione di Raffaello, Rossini, Leopardi, Maria Montessori, padre Matteo Ricci. Abbiamo il dovere di onorare questa eredità e di farne il motore delle sfide future».

Da Urbino, durante un evento dedicato a turismo e cultura insieme alla sindaca di Firenze Sara Funaro e ad altri candidati al consiglio regionale, Ricci ha ribadito il valore delle università marchigiane: «Città come Urbino hanno costruito la loro identità e la loro economia intorno all’università. Noi investiremo sugli atenei delle Marche, senza dare spazio a modelli come la Link voluti dalla destra. Il turismo culturale, inoltre, rappresenta un’opportunità enorme: mentre città come Roma, Napoli, Firenze e Venezia vivono l’overbooking, le Marche si classificano al terz’ultimo posto per presenze di stranieri. In un contesto di calo del potere d’acquisto degli italiani, il turismo internazionale diventa una risposta anche economica e lavorativa».

Poi un annuncio operativo: «Chiuderemo l’Atim e useremo quei soldi per le aree interne e per scommettere sul tema del buon vivere». 

Dal tour “Ricci in Vetta”, dedicato ai monti e all’entroterra marchigiani, Ricci ha sottolineato: «Oggi siamo nelle aree interne della provincia di Macerata, in particolar modo nella zona dei Sibillini, perché vogliamo concentrarci non solo sull’accelerazione del terremoto ma anche sul rilanciare le nostre idee per incentivare la vita nelle aree interne».

Sul tema della ricostruzione, aggiunge: «Chi oggi parla di terremoto dovrebbe girare con il santino di Giovanni Legnini. È con lui che si sono sbloccate le procedure ed è con lui che sono arrivati 14 miliardi di euro. Dobbiamo proseguire sulla strada che ha tracciato, semplificando le procedure e garantendo certezze. Daremo anche un contributo di almeno 30.000 euro alle giovani coppie che decideranno di vivere nelle aree interne, garantiremo asili nido e trasporti scolastici gratuiti così come incentivi per le botteghe e per i medici di base. Sono tutte cose che stanno già facendo altre Regioni e che si possono fare anche nelle Marche. Per farlo utilizzeremo le risorse di quel carrozzone dell’Atim che, appunto, chiuderò destinando quei 12 milioni per ricucire le aree interne.

Abbiamo potenzialità enormi di crescita nel turismo culturale, che può durare tutto l’anno e integrarsi con gli altri turismi già presenti. Puntiamo a diventare la regione con la migliore qualità della vita d’Europa. Questo sarà il nostro vero biglietto da visita».

(Spazio elettorale a pagamento)



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