La partita dal divano, Ascoli: “Ci vuole calma e sangue freddo”

SERIE C - Mister Tomei rimedia il rosso ma i tre punti in casa non arrivano
...

 

 

di Lino Manni

“Ci vuole calma e sangue freddo”, canta Luca Di Risio. E ci vogliono calma e nervi saldi, mister Francesco Tomei.

Siamo solo all’inizio: di arbitraggi simili ne abbiamo visti e ne vedremo tanti al Del Duca. Purtroppo sono cose che succedono e si ripetono. Un gesto di stizza ci può stare, anzi serve: a volte scuote l’ambiente. Tornano alla mente i siparietti tra Rozzi e Mazzone quando, per cambiare l’inerzia di una partita, si mettevano d’accordo su chi dovesse farsi espellere. Altri tempi.

Siamo soltanto alla terza giornata e…  calma e sangue freddo. Davanti all’Ascoli non c’era la “Vecchia Signora”, ma una giovane donzella: sempre Juventus è, e sempre abituata ad avere qualche occhio di riguardo. Certo, l’arbitro non ha commesso errori clamorosi, ma dalle piccole cose nascono le grandi cose: ha permesso troppo.

 

L’Ascoli per la prima volta ha indossato la sua vera maglia, quella bianconera a strisce verticali. Ci ha provato in tutti i modi a scardinare la porta della Juventus Next Gen, ma senza riuscirci. La squadra di mister Tomei giostra bene il pallone, specie nelle ripartenze: tanti passaggi, fraseggi, scambi… ma manca sempre il guizzo per calciare in porta.

 

Un brivido all’inizio con il portiere juventino Mangiapoco che litiga col pallone, ma Chakir è sfortunato nel rimpallo. Poi il solito palleggio dell’Ascoli, che però non si concretizza mai nell’assist per la punta centrale. Niente tiri in porta, almeno nella prima mezz’ora: tutto rimandato alla ripresa.

Oviszach fa tremare lo stadio, ma il suo tiro accarezza solo la parte esterna del palo.

Il pressing e il possesso palla funzionano, ma chi tira in porta?

L’arbitro, colpito anche da una pallonata, continua a permettere troppo. Tomei perde la calma: niente più acqua, la bottiglietta vola verso il direttore di gara. Al Del Duca, invece dei tre punti, arriva il primo rosso stagionale.

Un’ultima occasione in contropiede, poi il triplice fischio dopo 7 minuti di recupero.

Che dire: tutto bene, ma bisogna “segna’”. Che non significa… sognare.



Articoli correlati


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X