Urbanistica, Cardilli: «Più tempo ai Comuni sulle varianti puntuali ai Prg»

REGIONE - Il consigliere del piceno: «Risposta concreta a sindaci e tecnici nella fase transitoria della riforma»
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Andrea Cardilli

Con l’approvazione della legge di bilancio regionale, la Regione introduce un correttivo mirato alla disciplina transitoria della legge regionale n. 19 del 2023, recante le “Norme per la pianificazione e il governo del territorio”. L’intervento riguarda in particolare l’articolo 33, comma 15, relativo alle varianti ai Piani regolatori generali (PRG) vigenti.

«Abbiamo raccolto le sollecitazioni che sono arrivate dai sindaci e dai professionisti del settore e le abbiamo trasformate in una risposta concreta dichiara il consigliere regionale Andrea Cardilli – In questa fase transitoria servono regole chiare, tempi sostenibili e certezze operative: l’obiettivo è permettere ai Comuni di lavorare bene, senza forzature e senza bloccare interventi puntuali necessari ai territori».

La norma conferma la possibilità per i Comuni di apportare modifiche ai Prg attualmente in vigore, per tutti i casi non già indicati dal comma 12, seguendo le procedure previste dalla legge. A tal fine, gli enti locali devono approvare una prima proposta tecnica di variante e allegare il documento di verifica dell’assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica (Vas).

La principale novità introdotta con la manovra di bilancio riguarda i tempi procedurali. Accanto al termine ordinario previsto “entro e non oltre 24 mesi” dall’entrata in vigore della legge 19/2023, viene ora consentito – esclusivamente per le varianti puntuali e non generali – di approvare la proposta tecnica preliminare anche entro un ulteriore periodo massimo di 18 mesi successivi alla scadenza del termine.

«È una misura di buon senso e di equilibrio – conclude Cardilli – sviluppata anche su input del presidente Francesco Acquaroli: non cambia l’impianto della riforma e non apre a varianti generali, ma rende sostenibile l’istruttoria tecnico-amministrativa e offre ai Comuni uno spazio realistico per chiudere i procedimenti».

L’intervento si configura dunque come una misura selettiva, finalizzata a garantire continuità amministrativa, maggiore certezza operativa agli enti locali e una gestione ordinata della transizione verso il nuovo quadro normativo regionale in materia di pianificazione territoriale.


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