Un anno di Ascoli: 2025 a due volti, dal crollo alla ripartenza sul campo e in società

SERIE C - Dal punto più basso della storia recente alla ricostruzione di nuove basi: il Picchio saluta dodici mesi molto intensi con la speranza di un 2026 di definitivo rilancio
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Il presidente Passeri insieme alla squadra nel post partita di Ascoli-Sambenedettese del 26 ottobre (foto Pierluigi Giorgi)

 

di Salvatore Mastropietro

 

Il 2025 dell’Ascoli Calcio è stato un anno spartiacque, uno di quelli destinati a segnare una linea di confine tra un prima e un dopo. L’evento crocevia, senza dubbio, è stato il passaggio di proprietà dalla famiglia Pulcinelli alla famiglia Passeri, socia al 50% insieme ad Alo & Partners di Andrea Londoño. Un cambio al vertice che ha aperto una nuova fase per il club, chiamato prima di tutto a ricostruire se stesso dopo una delle stagioni più difficili della propria storia recente.

 

La nuova proprietà ha avuto il merito di intervenire in un contesto profondamente segnato da contestazioni, fratture e sfiducia diffusa. I primi passi sono stati compiuti sul piano della comunicazione, con toni più misurati e meno divisivi rispetto al recente passato, seguiti da scelte operative orientate a dare coerenza e credibilità al progetto tecnico. È evidente che, come insegna il calcio, i giudizi definitivi vadano rimandati alla lunga distanza, quando saranno i risultati nel tempo a certificare la bontà del percorso intrapreso. Al momento, però, l’ambiente bianconero guarda con riconoscenza a quanto fatto finora, apprezzando soprattutto il tentativo di ricomporre un sistema Ascoli che appariva a dir poco lacerato.

 

I numeri aiutano a fotografare con chiarezza la distanza tra le due metà dell’anno. Nel girone di ritorno della stagione 2024-2025 l’Ascoli ha raccolto appena 15 punti in 18 partite di Serie C, con un bilancio di 3 vittorie, 6 pareggi e 9 sconfitte, 13 gol segnati e 23 subiti: il peggior rendimento del campionato. Una fase segnata da fragilità tecniche e mentali, figlie di un contesto instabile.

 

Di tutt’altro segno la prima parte della stagione 2025-2026. In 18 gare il Picchio ha conquistato 34 punti grazie a 9 vittorie, 7 pareggi e sole 2 sconfitte (che diventerebbero 10 successi considerando anche la vittoria “sul campo” contro il Rimini poi escluso), con 27 gol fatti e appena 7 incassati. Una crescita evidente, costruita su solidità difensiva, organizzazione e un’identità di gioco riconoscibile.

 

Completano il bilancio annuale le due gare di Coppa Italia Serie C: vittoria contro il Pineto e sconfitta nel derby con la Sambenedettese, per un totale di 3 gol segnati e 4 subiti. Nel complesso, il 2025 si chiude con 43 reti realizzate e 34 incassate, 13 vittorie, 13 pareggi e 12 sconfitte.

 

Anche l’alternanza in panchina racconta il cambio di passo: Di Carlo ha chiuso con 9 punti in 11 partite, Cudini con 6 punti in 7 gare (media 0,86), mentre Francesco Tomei ha dato stabilità e continuità con 34 punti in 18 gare e una media di 1,88. Sul piano individuale spiccano i 10 gol di Simone D’Uffizi (2 nel 2024-2025 e 8 nella stagione in corso) e i 6 di Gabriele Gori, riferimenti offensivi di una squadra tornata competitiva.

 

Il mondo Ascoli guarda ora al 2026 con cauto ottimismo e con l’auspicio che quanto costruito finora possa rappresentare una base solida su cui innestare un definitivo rilancio delle ambizioni bianconere, più in linea con la storia e il prestigio del club.



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