di Pier Paolo Flammini
AGGIORNAMENTO Saranno 480 i tifosi della Samb che seguiranno i rossoblù a Perugia. Un numero considerevole forse oltre le aspettative considerando il giorno infrasettimanale, per di più in notturna e in trasferta, e il momento non positivo della squadra.
Ottavio Palladini
Fa male, non si stempera, e quindi è normale, anzi segnale di una forte passione semmai ve ne fosse bisogno. La sconfitta contro il Carpi al “Riviera” ha segnato un punto di svolta nella prima fase del campionato rossoblù: ci si attendeva una prestazione grosso modo in linea con le precedenti, magari più fortunata rispetto alle ultime due, che avrebbe indicato la formazione rossoblù come occupante della zona sinistra della classifica; invece la sconfitta e il punticino di margine dalla zona play out spostano le lancette del barometro rossoblù verso destra.
In realtà nulla di anomalo rispetto alle previsioni estive e anzi, c’è chi temeva razionalmente il peggio, ovvero uno scotto con l’approdo in Serie C fin dall’avvio. Così non è stato ma questo non vuol dire che occorra cullarsene, ma non bisogna neanche commettere l’errore opposto: ovvero considerare la squadra rossoblù come destinata a soccombere da adesso alla fine del campionato. Questo è quel che ha detto il campo: la vittoria contro la Vis Pesaro in Coppa Italia è arrivata grazie a un ottimo secondo tempo, dopo un primo tempo di controllo; con il Bra vittoria di misura ma non immeritata; pareggio giusto a Gubbio, ora seconda in classifica; sconfitta severa col Forlì, anzi la vittoria è sfumata per poco; pari stretto con la Pianese, che nel frattempo ha fermato anche Ascoli e Vis Pesaro in trasferta, sfiorando la vittoria; sconfitta con il Carpi, meritata ma ben diversa da un tiro al piattello che è nella mente di molti.
Contro gli emiliani la Samb ha messo in campo, tra titolari e subentrati, 9 calciatori che fino all’anno scorso non avevano mai giocato in C: Orsini, Zoboletti, Pezzola (1 sola presenza prima), Tosi, Konate, Nouhan Touré, poi Battista, Moussa Touré, Vesprini senza considerare che Marranzino ha giocato un solo campionato in terza serie. Nove (e mezzo) su 16. Ci sta insomma perdere, ci sta mettere in conto, a luglio, che nella stagione in corso vi possano essere momenti negativi anche prolungati.
Questo non significa azzittire lo spirito critico ma significa relazionarlo alla realtà. Che poi lo spirito ribollente sambenedettese sia per natura trascinante e schietto fino all’eccesso, è cosa ormai nota. Ma che questo spirito venga utilizzato per infiltrazioni di ogni tipo che per antipatie personali, abitudine a un ambiente che ha trascorso gli ultimi 30 anni sempre tra polemiche e fiato sospeso, e porti sul patibolo uno dopo l’altro Palladini (!), poi De Angelis (!!) e alla fine Massi (!!!), sarebbe meglio evitarlo.
Occorrono dai 3 ai 5 anni affinché le basi appena gettate per il settore giovanile inizino a dare frutti; dai 3 ai 5 anni per avere un nuovo Ciarrocchi e un nuovo Centro Sportivo a Stella di Monsampolo, e magari qualcos’altro. Occorrono dai 3 ai 5 anni affinché il “Riviera delle Palme” si trasformi da stadio ammirato a stadio polifunzionale al passo coi tempi, candidandosi a principale vetrina per lo spettacolo calcistico da Cesena a Foggia.
Invece basta poco per bruciare la dote di spettatori, abbonamenti e sponsorizzazioni, oltre che di possibili soci, interni o esterni cambia poco, o fermare tutto il processo sopra descritto.
Questo non significa che non possano essere commessi errori, tattici, di campagna acquisti, gestionali o di comunicazione (magari ci torneremo quando le acque saranno più calme, essendo coinvolti, ma le dichiarazioni di Massi dopo la partita sono state perfette, molto lontane per fortuna dalle scapocciate impetuose post-Ancona o Notaresco).
Domani sera (inizio alle 20,45) la Samb tornerà già in campo, in trasferta a Perugia, altra “nobile” però con problemi di vario tipo. Così è stato esonerato mister Cangelosi, e al suo posto è appena arrivato una vecchia volpe come Piero Braglia (lo si ricorda sulla panchina del Cosenza che sbancò il “Riviera” approdando in Serie B nel 2018). Venerdì sera erano 140 i tifosi della Samb che avevano acquistato il biglietto per il “Curi”, il numero finale potrebbe essere attorno ai 250.
Sembra esclusa la presenza di Dalmazzi, che ha un problema al tallone, ma dovrebbe essere recuperato Zini. Se Zoboletti, uscito malconcio, ci sarà, Zini potrebbe giocare centrale con Pezzola oppure dirottato nel ruolo di terzino con Zoboletti (o Chelli) centrale.
Ma sono due i veri problemi che la Samb non ha risolto: e sono il ruolo di esterno sinistro d’attacco, e quello della sottopunta. Nelle prime due di campionato Nouhan Touré era squalificato, e Palladini in una partita e mezza ha alternato in quel ruolo Marranzino, Konate e Scafetta prima di arrendersi e passare al 4-3-3 nel secondo tempo di Gubbio. La Samb puntava molto su Touré e la sua esplosività nel breve, purtroppo fino ad ora si è vista a tratti, con zero gol e pochi tiri nelle quattro partite da lui disputate, Vis compresa. Ora, giocare col 4-2-3-1 che diventa, con Touré, un 4-2-2-2 perdendo i benefici offensivi se non si segna come un Lonardo e ovviamente quelli di rientro, può creare dei problemi. L’attaccante è giovane, pare avere davvero enormi potenzialità, avrà modo di crescere ma va detto che a Teramo ha dato il meglio da esterno sinistro e le sue migliori azioni si registrano quando parte in velocità. Lieti di essere smentiti, ma l’osservazione di quanto visto per ora ci porta a questo.
Per il ruolo di esterno sinistro, la Samb pensava di averlo risolto con l’arrivo di Kevin Martins, che però non è pronto e per di più col Carpi è finito in tribuna per un problema fisico. Così si sono visti in quel ruolo Scafetta, Battista e Marranzino oltre Martins (sta facendo allenamento differenziato) in appena un mese, ma nessuno ha dato le garanzie attese. Col Carpi oltre questi due aspetti si è incappati in una giornata negativa di Alfieri: però sia il tecnico del Forlì che quello del Carpi hanno dichiarato di aver preparato la partita (dall’inizio o con cambi in corso) proprio per mettere in difficoltà il centrocampo rossoblù, in inferiorità numerica, che tranne nelle due trasferte, quando la squadra è sempre passata ad altro modulo (4-3-3 e addirittura un 4-4-2 in Toscana) non ha mai abbandonato il modulo offensivo tranne che per pochi secondi prima dello 0-1 del Carpi. E infatti con Bra, Forlì e Carpi si è andati in sofferenza nel finale.
Il patatrac è arrivato quando al 17′ della ripresa è uscito Dalmazzi e addirittura al 23′ Zoboletti ha accusato dei crampi. Dieci minuti fatali perché il Carpi, che era rimasto rintanato nel proprio centrocampo a difesa del pareggio con tanto di perdite di tempo, ha visto la Samb crollare nella sua colonna vertebrale, ha preso rapidamente predominio del palleggio e ha segnato al primo affondo della ripresa.
L’aggiustamento più semplice potrebbe essere quello di spostare Nouhan Touré sull’esterno sinistro e inserire Moussa Touré (o Lulli) a centrocampo, per il 4-3-3. La Samb però si è strutturata con molte mezze punte e con un minor numero di centrocampisti in proporzione. E c’è poi la variabile Sbaffo, che nei 20 minuti disputati contro il Carpi è parso pienamente recuperato.
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