
Filippo D’Alesio
di Pier Paolo Flammini
Ha appena 33 anni, di sé dice: «Ho dato la mia vita per avere questa chance, non mi vergogno di dire che sono orgoglioso di me per quanto ho lavorato per arrivare a questo punto. Vengo da una famiglia umile, mi sono laureato in Economia a 22 anni, laurea magistrale. Ho giocato in squadre dilettanti, ma per aiutare a casa ho iniziato ad allenare i bambini e lì mi è nato un fuoco dentro, ho capito che quello era il mio mondo. Ho abbandonato i campi di Eccellenza e Promozione e ho iniziato a studiare, sono passato nelle giovanili del Pescara e da lì collaboratore in prima squadra in C e B, poi nell’Under 16 del Palermo e infine la chiamata a Rimini, dove mi è stata data l’opportunità di allenare in prima squadra. Ed ora eccomi qui».
Filippo D’Alesio è il nuovo allenatore della Samb e raccoglie la pesante eredità di una bandiera come Ottavio Palladini: «Nell’ultima settimana ho vissuto emozioni contrapposte, prima l’esclusione del Rimini dal campionato, poi una notizia bellissima, allenare questa squadra dal grande blasone e proteggere la scelta del presidente Massi e del direttore sportivo De Angelis. Mi ha stupito l’umanità trovata, parlare di progetti a lunga gittata, di lavoro con i giovani, di creare una identità di squadra. Non mi interessa essere simpatico, devo dimostrare sul campo la correttezza di questa scelta e devo farlo insieme ai ragazzi, spero di conquistare la fiducia dell’ambiente afferma il tecnico pescarese al quale è stato proposto un contratto fino al giugno 2027, un elemento di valutazione importante di come la società punti sul nuovo arrivato».
«Ho visto molte gare della Samb e negli ultimi giorni ho studiato diverse partite – continua – Secondo me ha dei valori importanti, soprattutto sul fronte offensivo ha tutti calciatori con caratteristiche diverse. Non ho un modulo preferito, valuterò con i giocatori se difendere a 3 o a 4, il calcio moderno impone flessibilità durante la partita e così per me non ci sono 11 titolari, ma spesso è più importante chi entra per cambiare il gioco. Cercheremo di riempire il più possibile l’area di rigore avversaria con diversi uomini. Non abbiamo parlato di calciomercato, a Rimini ho conosciuto diversi giocatori interessanti, ma io sono interessato ai calciatori in rosa».
«Io sarò soddisfatto a livello personale se andrà bene a livello collettivo perché così si uniscono le energie. Credo che bisognerebbe mettere da parte l’ego. So che questo ambiente è esigente, ma non ho paura delle pressioni perché altrimenti avrei scelto un altro mestiere. Non è un problema neanche avere dei giocatori più anziani di me, siamo tutti professionisti chiamati a fare il massimo» ha concluso prima di salutare i suoi ex tifosi: «Un saluto ai tifosi del Rimini che mi hanno voluto bene, so che sono gemellati con quelli della Samb e spero che ci sia un po’ di Rimini con me».
Intanto la società non ha ancora deciso sulla figura del vice, nei prossimi giorni si deciderà se proseguire con Marco Mancinelli.
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