Assunzioni Ast, l’Usb: «Segnale positivo, ma il 2026 deve segnare un vero cambio di rotta»

ASCOLI - Il sindacato, pur manifestando soddisfazione, chiede alla Regione Marche di «avviare subito l’iter per ulteriori 12 infermieri e 8 oss, già previsti dall’aumento della dotazione organica», di rivedere il Piao 2025 e di aprire un confronto per i prossimi due anni
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Una manifestazione indetta dall’Usb picena in passato

«Dopo mesi di sollecitazioni da parte di Usb, arrivano le prime risposte dell’Ast di Ascoli Piceno sul fronte delle carenze di personale. Con determine pubblicate tra il 23 e il 24 dicembre, l’azienda sanitaria ha avviato una serie di proroghe e assunzioni per evitare il rischio di collasso dei servizi», afferma il sindacato guidato nel Piceno da Mauro Giuliani che riepiloga gli interventi contenuti nelle determine pubblicate tra il 23 e il 24 dicembre (leggi l’articolo).

«Si tratta di un primo segnale che attendevamo da tempo – sottolinea l’Usb – ma ancora insufficiente a rispondere alle gravi carenze di personale che denunciamo da mesi». Il sindacato chiede alla Regione Marche di approvare entro fine anno la revisione del Piao 2025, per avviare subito l’iter di assunzione di ulteriori 12 infermieri e 8 oss già previsti dall’aumento della dotazione organica, e di aprire un confronto puntuale sul Piao 2026–2028.

Usb evidenzia inoltre la mancata assunzione di 15 unità (9 infermieri e 6 oss) destinate all’Ospedale di Comunità di Ascoli, la cui apertura ha comportato lo spostamento di personale da reparti già in sofferenza come Nefrologia. Una situazione che, secondo il sindacato, continua a gravare su lavoratrici e lavoratori sottoposti a carichi di lavoro insostenibili, ferie non concesse e turni massacranti.

«I numeri aggregati non bastano – conclude Usb – servono dati reali, programmazione seria e assunzioni stabili. Non è più accettabile che la tenuta della sanità pubblica venga scaricata su operatori allo stremo. Il 2026 deve segnare un vero cambio di politica per garantire servizi ai cittadini e dignità al lavoro».


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