
Maurizio Pelosi
Le aggressioni nei Pronto Soccorso non sono episodi imprevedibili, ma la conseguenza diretta di anni di carenze strutturali e di mancata tutela del personale sanitario. A ribadirlo è il NurSind di Ascoli Piceno, che alla luce dei recenti episodi di violenza fisica ai danni di due infermieri e di un operatore sociosanitario, chiede interventi immediati e non più rinviabili.
Secondo l’Organizzazione sindacale, quanto accaduto nei Pronto Soccorso di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto conferma che il lavoro in emergenza espone quotidianamente gli operatori a rischi concreti e prevedibili, che richiedono risposte organizzative chiare, continuative e operative sulle 24 ore.
Per questo il NurSind propone l’adozione di un modello strutturato denominato “Soccorso Protetto 2026”, finalizzato a garantire sicurezza agli operatori sanitari e, al tempo stesso, continuità e qualità dell’assistenza ai cittadini.
Tra le prime criticità segnalate vi è la totale assenza di un supporto psicologico strutturato per il personale vittima di aggressioni. Gli operatori coinvolti, sottolinea il sindacato, non sono solo professionisti ma persone che subiscono un forte impatto umano e lavorativo, e che devono essere accompagnate anche nella fase successiva all’evento traumatico.
Il NurSind evidenzia inoltre come la carenza di personale e il sovraccarico di lavoro rappresentino fattori determinanti nell’innesco delle tensioni. Le lunghe attese e le difficoltà organizzative generano frustrazione nei pazienti e nei familiari, che troppo spesso si riversa sugli operatori sanitari, unici interlocutori presenti sul campo.
Alla luce di queste considerazioni, il sindacato chiede alla Direzione generale dell’AST l’adozione di misure concrete di protezione e prevenzione, tra cui:
Installazione di sistemi di videosorveglianza in tutte le sale, nei corridoi e nelle aree esterne dei Pronto Soccorso, con copertura continuativa 24 ore su 24.
Introduzione di bodycam e dispositivi indossabili (come smartwatch) per il personale sanitario, con funzioni di monitoraggio, geolocalizzazione e attivazione automatica o manuale degli allarmi in caso di pericolo.
Attivazione di operatori di vigilanza relazionale, appositamente formati nella comunicazione, nell’accoglienza e nella gestione dei conflitti, a supporto del personale sanitario.
Corsi di formazione sull’autodifesa, comprensivi di tecniche di arti marziali, per la gestione delle situazioni di rischio e la tutela personale.
Rafforzamento degli organici nei Pronto Soccorso per ridurre il carico di lavoro e migliorare la gestione dei flussi.
Presenza di un presidio della Polizia di Stato h24 presso i Pronto Soccorso di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto.
«Adesso la responsabilità è tutta nelle scelte della Direzione – sottolinea Maurizio Pelosi, segretario territoriale del NurSind Ascoli Piceno – Restiamo disponibili a un confronto immediato sulle proposte avanzate, perché la sicurezza di chi cura non può più essere rimandata».
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