Sono trascorsi altri tre mesi dall’ultimo sopralluogo ma è ancora tutto fermo. Come prima. Nessuno si muove. A Porta Cappuccina, la palazzina di tre piani in via Achille Argenti, angolo via Macallè, fu evacuata dalle 9 famiglie che ci abitavano in seguito alle gravi lesioni causate dalle scosse di terremoto. Un problema, questo, che ha riguardato non solo la palazzina di via Argenti ma tante altre città. Vero è che i sopralluoghi effettuati dai tecnici comunali (l’ultimo dall’architetto Pierfilippo Melchiorre) hanno stabilito che questo edificio non solo è lesionato, ma anche pericolante. Tanto è vero che a distanza di oltre venti mesi l’edificio è ancora transennato e il marciapiede inutilizzabile per il passaggio dei pedoni. In seguito ai rilievi dei tecnici ci sono state ben due ordinanze, rimaste inattese: la prima (numero 456) risale al settembre 2016 ed è stata recapitata anche all’amministratore del condominio Alessandro Cipollini, la seconda (numero 11) al gennaio 2017.
Nella prima ordinanza si legge: “Preso atto che i due immobili all’ultimo piano risultano inagibili e preso atto che da sopralluogo, conservato in atti, risulta la necessità, per la tutela della privata incolumità, di mettere in sicurezza l’edificio con immediatezza e comunque non oltre 15 giorni dal ricevimento della presente ordinanza…”. Fino ad oggi nessun intervento di messa in sicurezza è stato eseguito e la palazzina continua ad essere pericolante. Dopo le grandi scosse sismiche del 24 agosto e del 30 ottobre 2016, nei mesi successivi ne sono seguite tantissime altre di minore forza devastante (tuttora continuano seppure rilevate solo dagli strumenti tecnici), comunque sono micro scosse che non contribuiscono alla solidità della palazzina di via Argenti che evidentemente può solo peggiorare il suo stato. C’è stato anche uno scoglio amministrativo da superare: l’approvazione del bilancio da parte del Consiglio comunale. Così è stato nell’ultimo Consiglio di circa un mese fa. Ma i lavori non sono ancora iniziati e siamo in una pesante situazione di stallo. Magari sarà spuntato qualche altro problema burocratico. Le nove famiglie, nel frattempo, si sono sistemate altrove (qualcuna in condizioni di emergenza) in attesa di tornare nelle loro abitazioni. Ma quando potranno farlo se prima il Comune non esegue i necessari lavori di messa in sicurezza?
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