di Andrea Ferretti
Quattro velocisti ascolani in gara sabato 20 e domenica 21 ottobre nella prima prova di Coppa del Mondo in Francia, a Saint Quentin En Yvelines (Parigi) nelle specialità olimpiche dello Sprint e del Keirin. Si tratta della prima di sei prove della Coppa del Mondo 2018-2019 e sono riservate ai primi 45 atleti del ranking mondiale Uci. Al via i fratelli Francesco e Davide Ceci, il loro cugino Luca Ceci e Maila Andreotti, altra portacolori del Team Ceci-Centro Pista Piceno di Ascoli. Questa è anche la prima di sedici tappe in cui sono a disposizione punti in ottica olimpica in vista dell’appuntamento del 2020 a Tokyo.
Il club ascolano, la cui base è il velodromo comunale di Monticelli, continua dunque anche nella promozione della città e del Piceno. Motivo di grande orgoglio per lo sport ascolano che può annoverare una società sportiva nella cui bacheca ci sono oltre 200 maglie azzurre e ben 57 titoli tricolori, più due appuntamenti internazionali organizzati nel 2017 e 2018. Tutto questo con lo spettro dello smantellamento dell’unico velodromo esistente nelle Marche. Una incertezza che sta mettendo a repentaglio la programmazione del club presieduto da Claudio Ceci, che ha bisogno di certezze dopo ave messo in cantiere, per il 2019 e 2020, l’allestimento di un “Team Uci” che permetterà agli atleti ascolani di partecipare alle Coppe del Mondo oltre che con la maglia della Nazionale anche con quella del Team Ceci in una sorta di “Champions League” per squadre di club. Ma in ballo ci sono anche la conferma delle due manifestazioni internazionali Uci classe 2 (International Piceno Sprint Cup e Gran Prix Città di Ascoli) e l’apertura di una “Scuola di ciclismo” per giovanissimi dai 7 ai 12 anni.
«Anche per questo – l’appello del presidente Claudio Ceci – mi rivolgo al Comune chiedendo il riconoscimento dei meriti acquisiti, che non sono affatto pochi, per una vera riqualificazione del velodromo di Monticelli, ma in ottica ciclistica. Voglio ricordare che l’impianto venne realizzato negli anni ’80 grazie a fondi del Coni, con priorità per il ciclismo su pista, tanto che l’impianto si chiama velodromo. Il nostro obiettivo è tornare a una regolare e proficua convivenza tra calcio e ciclismo che c’è stata per oltre trent’anni con eccellenti risultati per entrambe le parti. Da parte nostra abbiamo dimostrato nel tempo di non aver bisogno di faraonici investimenti pubblici per il raggiungimento di lusinghieri risultati sportivi».
Caso Velodromo, aut aut del Coni: «Se viene demolito deve essere subito ricostruito»
Il Pd contro il Comune: «Anche il velodromo rischia di fare la fine della tribuna est»
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati