di Lino Manni
Il ritorno di Serse Cosmi ad Ascoli è stato amaro. Una sconfitta di misura che lascia il suo Venezia non nelle acque della laguna ma in quelle della zona playout. Dalla tifoseria bianconera non è stato osannato ma neanche fischiato. Tutti concentrati sulla partita e guai lasciarsi andare a sentimentalismi.
«Dal calcio non mi aspetto più niente – dice con la solita voce rauca Serse Cosmi – era una partita troppo importante per l’Ascoli ma anche per noi. Siamo partiti timorosi ed abbiamo commesso troppi errori in uscita. Da uno di questi Ciciretti ha rubato palla lanciando Frattesi e li è nato il rigore».
Mister ma il rigore c’era? «Non ho visto bene, ma tanto se c’era o non c’era il mio parere non conta niente. E’ l’arbitro che decide. Su quell’episodio l’Ascoli ha costruito la partita. Poi hanno subìto solo il possesso palla, ma noi non siamo stati mai pericolosi».
Mister allora è un problema dell’attacco? «I numeri nel calcio sono spietati. Se a quattro turni dalla fine abbiamo il peggiore attacco, anche la classifica ha un significato. Se avessimo giocato per altri due giorni non avremmo fatto gol. Certo nella ripresa abbiamo giocato noi, ma se non fai gol…».
Lo scorso anno Serse Cosmi riuscì a salvare la caravella bianconera. Da undici giornate è alla guida del Venezia con lo stesso obiettivo, ovvero la salvezza. Vista la classifica, non sembra impossibile, ma lui non è dello stesso avviso. «L’impresa è più difficile. Nella lotta salvezza ci sono squadre come Foggia e Crotone che hanno un organico molto più forte di almeno una decina di squadre. Gli organici faranno la differenza. Noi oggi avevamo cinque titolari fuori. Situazioni come queste ci creano qualche difficoltà. Soffriamo a fare gol e se non troviamo armi alternative faremo fatica».
Mister una sconfitta che la lascia con l’amaro in bocca: era più giusto un pareggio? «Non discuto il risultato, ma se devo essere sincero non meritavamo di perdere. Dico solo che su questo campo molte squadre hanno meritato meno di noi».
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